“Leggo una dichiarazione di poco fa di Carlo Calenda: “Del centro di Renzi non me ne frega nulla. Renzi faccia quello che gli pare. Vada in Arabia Saudita, faccia il centro con Toti e Brugnaro, suo zio e suo cugino. Noi facciamo progetti seri. Noi facciamo altro”.
Non entro nel merito delle accuse, non mi compete.
Ma da dirigente del Pd, che crede ancora che il Pd debba coltivare l’ambizione di essere un grande partito riformista e di centrosinistra capace di rappresentare unitariamente il sentire di elettori sia progressisti che moderati, questo volare di stracci e questa rissa continua tra i piccoli partiti che secondo alcuni fantasiosi analisti dovrebbero costruire un “polo di centro” dimostra una cosa sola: che se non vogliamo rischiare che l’elettorato moderato e europeista resti orfano, o che finisca per essere attratto dal campo di forze avverso al nostro, il Pd deve proporsi di organizzare anche quel pezzo di società, di dargli voce, di esprimerne le esigenze con scelte serie e autorevoli.
Non è un compito che può appaltare ad altri, perché nessun’altra forza politica, salvo il Pd, ha stazza e credibilità sufficienti ad assolverlo. Mi pare, questa, una questione strategica assolutamente cruciale”. Lo afferma il senatore del Pd Dario Parrini, presidente della commissione Affari costituzionali a Palazzo Madama.


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