Per il PD la proposta del governo di riforma costituzionale è e resta una “inaccettabile” anche se la maggioranza apportasse le modifiche in discussione in queste ore. “Perderebbe alcuni dei suoi elementi più assurdi” ma senza cambiare la sostanza: finchè c’è l’elezione diretta del premier “resta invotabile”. Così Dario Parrini, capogruppo PD in Affari Costituzionali al Senato, interpellato dall’Adnkronos sulle ipotesi di emendamenti al premierato al vaglio della maggioranza. “Come abbiamo detto più volte, in molti incontri e nelle audizioni, il progetto governativo è e resta invotabile finché contiene l’elezione diretta del premier, un meccanismo pericoloso perché cancella la forma di governo parlamentare e svuota il ruolo del Presidente della Repubblica e del Parlamento”, sottolinea l’esponente dem. Si parla di rivedere la figura del ‘secondo premier’, di lasciar perdere il premio al 55% in Costituzione, di mettere un limite ai mandati del premier… Come valuta queste ipotesi? “Se venissero apportate le modifiche di cui pare si sia discusso nella riunione di maggioranza, il disegno perderebbe alcuni dei suoi elementi più assurdi e ingiustificabili, ma rimarrebbe pur sempre una proposta complessivamente inaccettabile e da contrastare con grande forza”.


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