“Siamo in una nuova fase politica che ci
deve portare alle elezioni politiche del 2023. Io credo che in questa
prospettiva sia utile ragionare anche sulla legge elettorale”.
Alessandro Alfieri, coordinatore di Base Riformista, risponde così
all’Adnkronos sul tema della legge elettorale di cui si è discusso
ieri sera nell’assemblea dell’area Guerini-Lotti, cui fa riferimento
il grosso dei parlamentari dem.
Ieri all’assemblea di Base Riformista si è parlato di proporzionale, è
questo il modello che indicate? “Un sistema elettorale proporzionale
può aiutare a definire meglio l’identità del Pd ed insieme a favorire
evoluzioni nel centrodestra per come l’abbiamo conosciuto in questi
anni”. Moderati ‘sganciati’ dalle forze a trazione sovranista?
“Sarebbe più facile distinguere in quel campo le forze sovraniste e
quelle che si rifanno ai valori europei. Più in generale -sottolinea
Alfieri- permetterebbe la costruzione di alleanze politiche
propositive, non contro qualcuno ma per una prospettiva europeista e
riformista”.
Ma il proporzionale non rischia di essere in contraddizione con il
progetto del ‘nuovo Ulivo’, la coalizione larga da Calenda a M5S,
obiettivo del segretario Letta? “No. Il proporzionale può essere
declinato in molti modi, comprendendo anche correttivi maggioritari.
Credo che sarebbe un sistema gradito anche ai nostri possibili
alleati. L’attuale sistema, del resto, ha mostrato molti limiti.
Occorre coniugare il principio di governabilità con quella di
rappresentanza, una condizione quest’ultima ancora più necessaria dopo
il taglio del numero dei parlamentari”.


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