La crisi di governo potrebbe produrre conseguenze imminenti  sulla partita in corso nel Pd torinese per la scelta del candidato sindaco. Il fronte che supporta la candidatura di Stefano Lo Russo, e riunisce la maggior parte dei quadri del partito torinese, vuole arrivare a una conclusione il prima possibile. Magari adesso che Torino non è tra le priorità dei vertici. Mauro Laus, senatore e principale supporter del capogruppo, la spiega così: «Bisogna decidere il prima possibile, entro febbraio. La destra fa già campagna elettorale: non c`è più tempo».

Senatore, e le regole per le primarie che sta preparando il partito nazionale?

«Come hanno giustamente rilevato Stefano Vaccari (responsabile organizzazione, ndr) e Nicola Oddati (responsabile dell`iniziativa politica, ndr), quando sarà completata quella piattaforma, tra fine febbraio e inizio marzo, allora sarà un`opzione, se il partito a livello locale la vorrà».

Quindi secondo lei Torino dovrebbe aspettare?

«No, la mia idea è che si debba scegliere un`altra strada anche se la piattaforma sarà pronta a fine febbraio. I tempi sarebbero comunque lunghi e quelle online non sono primarie: le primarie sono quelle in presenza, che avremmo dovuto fare tempo fa. Per anni abbiamo espresso giudizi negativi sulla piattaforma Rousseau. Con quella modalità, finito di votare, sono sicuro che ci troveremmo con il partito locale lacerato. Non può essere la soluzione e spero di non essere il solo a contrastarla con tutte le forze. Ovviamente per quello che conta, visto che i parlamentari sono ospiti in direzione provinciale e niente di più».

Quindi come sceglie il candidato?

«Con la responsabilità del gruppo dirigente del partito locale, che fa politica ed esercita le sue funzioni».

Ma così si rischia lo scontro interno.

«No, non bisogna confondere la dialettica con uno scontro personale, con delle risse o delle fratture».

Lei continua a sostenere Lo Russo?

«Tra i candidati è quello quello che può dare più fiducia e risposte immediate a Torino e all`area metropolitana».

E Mauro Salizzoni?

«Il suo è un contributo eccellente, ma penso che non sia la persona giusta, e che lo sappia anche lui. Ci vuole qualcuno, in questo momento storico, che sappia coordinare, riorganizzare e motivare i quasi 8 mila dipendenti comunali. Inoltre non c`è solo la discussione su chi fa il sindaco, ma anche sulla squadra migliore, e sulla lista di consiglieri comunali, che vanno coordinati per andare in ogni angolo della città a spiegare i progetti del centrosinistra. Io penso che il profilo giusto sia Lo Russo e che su di lui si possa trovare una sintesi, con la responsabilità di tutta la coalizione. Salizzoni potrebbe non avere la grinta e l`energia per questo ruolo specifico: è un problema se arrivi in questa fase e dici “non lo so”, perché devi essere pronto e competente su tutto. Però può essere adatto per altri ruoli».

Però Salizzoni è molto conosciuto.

«Non possiamo scegliere una persona solo perché è popolare. Serve qualcuno che guidi la città per i prossimi dieci anni».

Ma se Salizzoni non si tira indietro e chi lo sostiene continua a bocciare Lo Russo?

«Con la democrazia: bisogna capire chi ha la maggioranza interna al partito locale. E mi sembra che Lo Russo ne abbia una granitica».


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