«Io vorrei che Italia Viva entrasse nella giunta Giani, perché la loro presenza può arricchire il lavoro a cui è chiamato il centrosinistra». Andrea Marcucci, capogruppo del Pd al Senato, uno dei big toscani di Base Riformista, manda un messaggio al vecchio amico Matteo Renzi, deciso a restare fuori dalla giunta regionale.
Senatore Marcucci, Eugenio Giani si è da pochi giorni insediato come nuovo governatore. Quali sono secondo mei le tre priorità che si deve porre?
«Sarei tentato di risponderle lavoro, lavoro, lavoro. C`è da ricostruire ed irrobustire il sistema economico che ha reso negli anni la Toscana molto competitiva in tanti distretti industriali. E un mondo di saperi, di tecniche e di produzioni, che ha reso la nostra regione celebre nel mondo. Sotto la voce lavoro, considero anche il turismo. Vanno ripensati i modelli organizzativi delle visite e dei soggiorni, privilegiando lo slow time, al posto del mangia e fuggi e dei torpedoni, simboli di una stagione che abbiamo alle spalle».
Manca ancora la giunta, anche se molti nomi circolano ormai da tempo. Per la Sanità quale profilo preferirebbe, tecnico come un manager del settore e più politico?
«E un attesa che durerà poco, come ha detto il presidente Giani. Mi sottraggo al suo gioco sul profilo del prossimo assessore alla Sanità. La scelta è affidata al presidente e io ho massima fiducia in lui. Gli assessori, secondo me, dovranno essere rappresentativi dei territori, capaci ed esperti. Giani metterà in campo sicuramente una squadra molto valida».
Le faccio due nomi, uno tecnico e uno politico. Paolo Morello Marchese, direttore generale della Asl Centro, e Simone Bezzini, consigliere uscente, senese e zingarettiano. Test di sincerità: che ne pensa?
«Penso bene sia di Morello Nicola Oddati della seche di Bezzini, ma come le ho detto mi sottraggo al gioco».
Uno dei nodi da sciogliere riguarda Italia Viva, che non sembra intenzionata a entrare in giunta.
«Tutta l`alleanza ha fatto un buon lavoro, l`esito delle elezioni ne è la controprova. Io preferisco una giunta collegiale, con la sinistra dentro, ma anche con Italia Viva, che può sicuramente arricchire il lavoro che ci aspetta».
Ma Giani secondo lei ha sbagliato a dire quella frase al Foglio – “La fase della rottamazione è finita. A Renzi è più quello che ho portato di quello che ho ricevuto” – che ha fatto arrabbiare tanto l’ex premier”?
In Toscana abbiamo sottoscritto un accordo e un programma. Se lungo la strada i consiglieri del M5S cambieranno idea e vorranno darci una mano, saranno ben accolti. I pregiudizi non mi convincono mai, né in un senso, né nell`altro».
Quindi quello di Oddati non è uno schema da seguire per le Amministrative del 2021, quando si voterà in Comuni come Grosseto, Sesto, Montevarchi e Altopascio?
«Il modello da seguire è quello che ci ha portato alla candidatura e alla vittoria di Giani. Ho già detto molte altre volte che i modelli romani non possono essere paracadutati, d`altra parte basti vedere i risultati in Umbria e recentemente in Liguria».
In questo momento né Dario Nardella né Giani aderiscono a una corrente del Pd. In settimana Base Riformista, l`area di cui lei fa parte, riunirà gli eletti toscani. Proverete a convincere sindaco e governatore ad aderire?
«Sono molto contento del ruolo che hanno sia Nardella che Giani, li considero comunque miei alleati naturali, la pensiamo allo stesso modo su un sacco di cose. Francamente non sto a chiedermi a quale corrente aderiscano».


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