Senatore Andrea Marcucci, quando si varerà questo governo?

«Spero prima della fine della settimana, perché noi abbiamo messo sul tavolo 32,5 miliardi e va fatto subito il decreto ristori, aiutare i cittadini in difficoltà e riprendere un percorso virtuoso».

Come la Lega pure il Pd vuole un esecutivo a tempo?

«C`è un`esigenza del Pd, condivisa da tutti, di considerare questo un momento di passaggio, dovuto alla crisi sanitaria ed economica. Ma il tempo di fine legislatura è così breve che credo sia necessario lavorare nei prossimi due anni per il bene del paese».

Quanto è imbarazzante per il Pd, dopo tutto ciò che avete detto e fatto contro Salvini, governarci insieme?

«Io parto dalle cose da fare e che abbiamo detto e fatto in questi anni. E non mi sento imbarazzato ad appoggiare un governo che avrà queste cose al centro del proprio programma: rapporto con l`Europa, riforma fiscale, taglio del costo del lavoro e una politica economica che va verso lo sviluppo e la redistribuzione del reddito. Abbiamo visto la Lega, che ha capito di aver sbagliato tutto in Europa, fare marcia indietro sul Recovery. Nessun imbarazzo, casomai lo dovrebbe avere qualcun altro, ma ben vengano i ripensamenti».

Lei che è toscano, dalle vostre parti i militanti sono sensibili al tema, o ingoiano tutto senza fiatare?

«Da noi i militanti non ingoiano niente, abbiamo una dialettica forte nel Pd e un confronto vero ci sarà anche stavolta: e l`unico modo per superarlo è proprio battendo sui programmi e l`azione di governo. E su questo siamo sulla strada
giusta. Un`Italia con una svolta digitale, economia verde e rilancio del sistema produttivo».

Non temete che la presenza della Lega impensierisca le cancellerie europee e possa compromettere la pratica per i fondi del Recovery?

«Questa preoccupazione in qualche modo l`abbiamo, ma sappiamo che nei confronti dell`Europa la prima garanzia siano Draghi e Mattarella, oltre ad una presenza prevalente delle forze da sempre europeiste».

Draghi dovrebbe evitare di fare entrare Salvini come ministro?

«Farà le sue valutazioni insieme al presidente della Repubblica e non mi permetto di entrare nel merito. Certo deve cercare la squadra che oltre ad essere la migliore e con ministri all`altezza, sia la più coesa possibile».

Pensate che il programma del premier sia così sovrapposto al vostro da rendere la presenza leghista quasi marginale politicamente?

«Tutta la delegazione del Pd, pur con sensibilità diverse, è uscita dal colloquio con Draghi rassicurata e orgogliosa delle cose dette. L`assonanza è molto forte. Quanto ai leghisti abbiamo visto nel primo passaggio del parlamento europei che sono stati costretti a votare quanto hanno sempre ostacolato fino ad oggi. Immaginiamo che abbiano ripensato su molte altre questioni che riguardano il paese. Altrimenti non mi spiego la loro adesione».

Cosa succederebbe se i 5 stelle restassero fuori?

«Preferisco non prendere in considerazione questa ipotesi. Mi auguro ci siano e siano organici a questi governo».

Viceversa, convivere con Salvini rischia di mandare in crisi la vostra alleanza, viste le assonanze del passato tra grillini e leghisti?

«Credo che l`esperienza di governo gialloverde sia stata sufficiente peri grillini»


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