Tra i pochi dem a non pronunciare quel «mai più con Italia Viva» che ha fatto accartocciare ancora di più la crisi, Andrea Marcucci ora tifa senza riserve per il Conte-ter e per la pace tra il premier dimissionario e il suo amico personale Matteo Renzi. «Le posizioni si sono avvicinate», è la sua intesi sulla giornata di ieri. E ora spinge, il presidente dei senatori del Pd, a mettere le energie sul profilo del nuovo esecutivo. Con due parole d`ordine: «riformismo» e «stop all`assistenzialismo».

Presidente, quante possibilità ha Fico di “lanciare” il Conte-ter?

Non è una questione di percentuali o di scommesse. Il capo dello Stato ha rilevato che ci sono ancora ragioni e prospettive per tenere insieme la precedente maggioranza e Giuseppe Conte è stato un punto di equilibrio per questa alleanza. È naturale che sia lui il candidato. È molto positivo che ieri, dal presidente Fico, tutti i partiti abbiano sottolineato l`importanza di un accordo da sottoscrivere. Dimostra la determinazione degli alleati.

Se Fico fallisce, cosa succede? Si può fare un altro governo politico con questa maggioranza?

Intanto, una premessa di carattere generale valida per tutti noi, nessuno escluso. Prima degli interessi o delle ambizioni dei singoli, deve venire sempre, e sottolineo sempre, l`interesse dell`Italia. Non ci può essere niente o nessuno che si senta superiore alla funzione di servizio che rappresentiamo. Vede, forse questa è una lezione per tutti noi, che ci viene da questa crisi politica. Rimettere in salute questa maggioranza, poi, è molto importante e le ho già detto che credo lo si debba fare con Conte.

Il nome di Conte è per il Pd motivo per far saltare il negoziato con Iv?

Non mi pare che queste siano le richieste di Iv. Nelle consultazioni con Mattarclla e ieri con il presidente Fico, non mi risulta che siano stati posti veti sui nomi. Direi anzi che le posizioni nella maggioranza si siano parecchio avvicinate. C`è comunque ancora molto lavoro che ci aspetta.

Il Pd riceve critiche per un “eccesso di timidezza”: come replica?

La responsabilità paga sempre un prezzo in visibilità rispetto al clamore. Però, vede, è un errore confondere la sobrietà con la timidezza. Si può essere sobrie determinati al tempo stesso, non è il volume a determinare la qualità del messaggio. Mi permetta anche di ricordarle che io sono stato tra i primi a dire che la crisi si poteva risolvere soltanto riallacciando i fili del dialogo, non certo con attacchi personali.

Quale potrebbe essere un punto di caduta? Draghi al Tesoro? La prescrizione? Il Mes?

Io credo che vada approfondito il carattere europeista e riformista dell`esecutivo. Anche perché dovremo gestire le risorse del Recovery, indicando una visione di futuro e superando un approccio esclusivamente assistenzialista o legato a misure spot. Deve essere un accordo serio per tutti: d`ora in avanti basta scherzi.

Se saltasse tutto, il Pd sosterrebbe un tentativo in extremis di larghe intese?

Non penso che gli avversari dell`Europa possano darci un apporto costruttivo su questi temi. Salvini ha pure ripetuto nei giorni scorsi che non prenderebbe parte dei finanziamenti del Recovery fund. Se lo immagina un governo così? Io no.


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