<Sul ddl Zan il mio partito, il Pd, ha fatto una serie di errori. Ora, poi, il dibattito sul prossimo presidente della Repubblica è silenziato. Renzi? Ha sbagliato, molto, a non presentarsi per la votazione in Senato». Andrea Marcucci, senatore ex capogruppo del Pd, da molti ritenuto un renziano in “missione speciale”, è particolarmente critico rispetto alla strategia adottata dal segretario dem sulla legge contro l`omotransfobia, e crede che questo sia il momento di trovare una strada comune dentro al Partito democratico su Quirinale e legge elettorale, per non sbagliare ancora.

Marcucci, iniziamo da una domanda facile: che aria tira per il Quirinale?
«Anche se è stato imposto il silenziatore sul Colle, la prepartita va avanti in ogni caso».

Che vuol dire “il silenziatore”?

«Alla fine è una consuetudine che si ripete ogni sette anni, per evitare di rispondersi sui giornali e tessere così le trame nel dietro le quinte. Ma tabù o non tabù, io rispondo comunque».

E allora, mi dica: vuole Draghi al Quirinale?

«Il presidente del Consiglio in carica sta lavorando molto bene e sta ricevendo apprezzamenti da tutto il mondo. L`Italia ha di fatto una leadership internazionale che non aveva da tanto tempo. Tutto questo è innegabile e per questo io spero che continui il suo mandato fino al termine della legislatura. Poi faccio un ragionamento generale, se dalle elezioni del 2023 uscisse un quadro politico definito, mi piacerebbe che Draghi potesse accompagnare anche la realizzazione concreta delle riforme che il Parlamento sta approvando in questi mesi».

Non al Colle, ma premier anche dopo il 2023 allora?

«Per come stanno le cose, ora certamente all`Italia Draghi serve più a Palazzo Chigi che non al Quirinale. Se le urne ci diranno che c`è una maggioranza compatibile, l`indicazione per il ritorno di Draghi al governo sarebbe congrua».

La destra sembra divisa ma almeno ha un candidato per il Quirinale. Che ne sarà del centro di cui tanto si parla?

«Salvini non potrà mai essere un interlocutore, il suo antieuropeismo è una minaccia concreta. Non credo neanche in una trasformazione della Lega, che ha rinnovato il suo patto d`azione con Ungheria e Polonia. Giorgetti o non Giorgetti, il traguardo del Ppe mi sembra lontanissimo, praticamente irraggiungibile. In politica però, mai dire mai».

Torniamo sul “silenzio” che Letta vi ha imposto. Vale anche per la legge elettorale?

«Sì, ma vede… nel caso della legge elettorale, penso che il segretario abbia ragione. Nel senso che, in quel caso, si inizierà a giocherà sul serio solo dopo l`elezione al Colle»

E lei che soluzione propone?

«Per effetto della cosiddetta riforma taglia-parlamentari, abbiamo praticamente una unica soluzione che consenta la rappresentazione omogenea di tutti i territori. Penso a un proporzionale con una soglia di sbarramento alta. Un sistema sul quale si era già trovato un accordo, nella prima parte della legislatura».

C`è in ballo anche una nuova sorta di Italicum o sbaglio?

«Sì, ma personalmente preferisco il proporzionale. Prima o dopo comunque spero che di legge elettorale all`interno del partito se ne possa parlare e nelle sedi opportune. Anche per evitare errori di gestione come quelli visti sul ddl Zan».

Quali sono esattamente questi errori?

«In ordine di successione: dichiarare immodificabile il ddl a maggio, tergiversare fino a luglio, far scomparire il testo fino ad ottobre, aprire alle mediazioni all`improvviso e poi non farle. Quindi più che un errore, una sequenza di errori. lo volevo approvare una legge contro l`omotransfobia, non morire in battaglia».

E l`assenza di Renzi per volare in Arabia saudita come la giudica?

«Un grave errore. Un leader come lui non può mancare durante una votazione così importante».

È stata un`ulteriore prova del doppio gioco di Italia Viva sul ddl Zan?

«Il ddl Zan aveva tanti manifesti avversari e suscitava qualche legittimo dubbio anche tra i potenziali sostenitori. Per questo, in Parlamento, che è il luogo deputato, si doveva scegliere la strada obbligata del dialogo».

Sulle spese di Renzi che stanno venendo fuori, quanti eventi strettamente legati all`ex premier avete finanziato come senatori Pd?

«Non rispondo di verità supposte, uscite arbitrariamente da inchieste in corso».

E cosa mi dice invece dei viaggi stratosferici del leader di Italia Viva, come quello da 8mila euro per andare in Sudafrica a parlare di Kennedy?

«Anche su questo non commento».

Su qualcosa è rimasto in linea con Renzi?

«Ho con lui un rapporto normale, alcune volte sono d`accordo, altre volte no. Mi pare che contro il leader di lv ci sia un`ossessione anche da parte di chi nel Pd per anni lo ha adulato e santificato. lo sono allergico ai processi di beatificazione che poi si trasformano in caccia alle streghe».

Andrà alla Leopolda quest`anno?

«No, da quando la Leopolda è un evento di partito, io che non sono di quel partito, non vado».


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