La maggioranza di governo è in fase di «stallo» e adesso tocca al premier Conte prendere l`iniziativa, magari convocando un «vertice dei leader» della coalizione. Andrea Marcucci, presidente dei senatori Pd, è preoccupato dopo le riunioni degli ultimi giorni ai tavoli della coalizione e chiede uno «scatto» perché «il governo va avanti se fa le cose». E sul Recovery fund: «Non si pensi di trascurare il Parlamento».
Ma cosa sta succedendo ai tavoli della verifica?
«Da qualche settimana si registrano preoccupanti passi indietro. Sulle riforme costituzionali e sulla legge elettorale il tavolo che era nato sulla spinta di Conte si sta arenando. Avremmo dovuto finire i nostri lavori all`inizio di dicembre e non abbiamo ancora cominciato. C`è un canovaccio preciso, che il presidente Conte aveva concordato direttamente con i leader dei partiti di maggioranza. Non si può andare avanti a colpi di fantasia o sostenendo ogni volta una posizione diversa. A questo punto aspettiamo che lo stesso presidente Conte ci trasmetta le sue volontà, sta a lui decidere che cosa dovrà fare la maggioranza su temi determinanti
per la legislatura».
E’  preoccupato che M5s blocchi la riforma del Mes?  E il prestito per la sanità va preso?
«E una riforma europea, che oggettivamente è molto migliorativa per il nostro Paese. Non capisco i distinguo del M5S e non raccolgo la pretesa di dichiarare nella risoluzione del 9 dicembre la totale indisponibilità ad usare il Mes sanitario. Non usarlo per me è davvero grave. Al M5S dico che il punto di intesa c`è già: lasciamo la valutazione finale al Parlament».
Vi convince la cabina di regia immaginata da Conte per il Recovery fund?
«Anche in questo caso si pone la questione, per me prioritaria, del coinvolgimento del Parlamento. Conte ha anche a disposizione la collegialità del consiglio dei ministri, le strutture dei ministeri. Mi creda, non servono strutture autoreferenziali. Ora vedo che si parla di una cabina di regia più snella, da 300 consulenti a meno di 100. È già qualcosa, ma non si pensi di trascurare il Parlamento».
Sul Dp cm di Natale anche molti parlamentari Pd sono in fibrillazione, chiedevano margini più ampi per consentire di vedere i parenti. Zingaretti però non sembra avere apprezzato. Ci ha parlato?
«Ci ho parlato ieri sera (mercoledì, ndr) . C`è il timore di un allentamento delle misure, io ho chiarito ulteriormente che non sottovalutiamo la gravità della situazione, chiedevamo solo di tenere conto della situazione nei piccoli comuni. La dichiarazione dei senatori del Pd dice che la mia posizione non era personale. Ma a questo punto prendiamo atto delle decisioni del governo».
Ma temete che la situazione sfugga di mano al premier?
«È chiaro che c`è un momento di stallo, è un passaggio complicato e ci vuole un salto di qualità. Lui è l`unico che è nelle condizioni di farlo. Assuma le decisioni necessarie. Probabilmente c`è bisogno di convocare un tavolo con i leader dei partiti. Non possiamo stare fermi. Con la ripresa dell`anno serve un`azione di rilancio. Non si può continuare a vivacchiare. E necessario un patto di legislatura, perché abbiamo sempre detto che il governo Conte va avanti se fa le cose. E noi vogliamo fare cose essenziali per l`Italia. Non possiamo permetterci di sbagliare».


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