Senatore, l`altro giorno ha detto che Conte mangerà il panettone. Ma non crede che tra Recovery e Mes, il governo stia rischiando un po` troppo?

«Volevo ricordare a tutti che abbiamo la legge di bilancio che deve avviare il suo iter, e che questa non è una maggioranza di avventurieri, ed ovviamente non rischia di finire in una situazione da esercizio provvisorio. Ci sono certamente molti problemi che il governo deve affrontare, ma l`interesse generale per il Paese deve venire sempre al primo posto».
Sinora si parlava di un semplice rimpasto ma, con il passare delle ore, potrebbe non bastare.
«Il rimpasto è l`ultima cosa. La prima è la coesione della maggioranza, che deve essere attrezzata nel modo migliore e più proficuo possibile. Le sottolineo solo due temi che ci attendono: l`avvio di una campagna di vaccinazione di massa, la gestione ineccepibile dei 209 miliardi del Recovery. Il governo stavolta deve essere messo nelle condizioni di non sbagliare un colpo».
Anche perché lei sostiene che Conte ha concentrato su di sé troppi poteri.
«Io ho proposto una soluzione a Conte. Convochi un Consiglio dei ministri fiume e ne esca soltanto quando tutti i suoi ministri concordano sulla gestione del Recovery. In più Conte ha un altro strumento, parli di più con i leader della maggioranza. Tempo fa ha riunito Zingaretti, Renzi e Di Maio, lo faccia più spesso e soprattutto in vista delle decisioni più rilevanti».
Ha affrontato Conte sulla cabina di regia: organo inutile.
«Mi limito ad osservare che un governo politico non può mettere la politica lontana dal tavolo delle decisioni. Inoltre il Parlamento non può essere ignorato, deve avere un ruolo centrale ed è il luogo che rappresenta gli italiani. Il ministro Amendola ha avviato un`interlocuzione importante con le Aule, va approfondito questo lavoro. Qui abbiamo le commissioni operative, qui c`è la maggioranza e le opposizioni: è il luogo naturale del confronto. Il punto di incontro è sempre lo stesso, la coesione. Con la coesione, si evitano pericolose fughe in avanti».
Ha chiesto un Cdm ad hoc per trovare un accordo. Si farà?
«È una via d`uscita di buon senso. Non possiamo farci trovare impreparati di fronte ad una sfida che non esito a chiamare storica. Ed è impossibile immaginare un futuro con una maggioranza litigiosa su tutto, attraversata da ripicchine, da liti, da tradimenti».
La settimana scorsa un gruppo di parlamentari pd avete chiesto una deroga agli spostamenti per i piccoli comuni. E lei insiste su questo punto.
«Mi ripeto anche in questo caso, è solo questione di buon senso. Un residente a Napoli, a Torino, a Milano, ha davanti confini municipali ben più ampi. Ma l`Italia non è fatta solo da grandi città, ma anche da una miriade di piccoli paesi. Ecco il residente di questa Italia “minore”, soprattutto in giornate così significative, deve avere gli stessi diritti, del napoletano o del torinese. Da quando ho iniziato questa battaglia, ricevo centinaia di messaggi di persone che sono a pochi chilometri di distanza ma separati da due comuni. È una cosa che non ha senso, il governo per fortuna sembra orientato a modificarla».


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