Oggi la direzione nazionale del Partito democratico è chiamata a prendere una scelta importante: come comportarsi con la crisi di governo aperta dal suo ex segretario, Matteo Renzi. Tante le incognite così come tante le decisioni che i dem potrebbero prendere in giornata. A dirsi certa del fatto che le forze di maggioranza del governo Conte riusciranno a trovare la giusta sintesi ed evitare il peggio è la senatrice Valeria Valente. Per le amministrative di primavera, invece la parlamentare giù candidata sindaca di Napoli invita il Pd “a non commettere l’errore del passato”, allargando l’alleanza nel capoluogo “al governatore De Luca e al movimento 5 Stelle”.

Onorevole, qual è la posizione del Pd rispetto all’ipotesi di un rimpasto di governo?

Come parlamentare e componente della direzione nazionale io mi muoverò in linea con il partito. Detto questo, è chiaro che agli italiani serve l’impegno massimo di tutte le forze di governo e di tutte le istituzioni in carica per affrontare la campagna di vaccinazione, riaprire le scuole e le attività economiche in sicurezza. Non credo un cambio di assetto possa fare la differenza. Troveremo il modo per rafforzare l’unità di intenti della maggioranza per accelerare il lavoro e risolvere quelle che sono le priorità. Ma maggioranza deve essere coesa per raggiungere l’obiettivo.

Ma esistono alternative a questa maggioranza di governo?

Esistono alternative, ma non credo che possano essere più funzionali della maggioranza attuale agli obiettivi da raggiungere. L’allargamento ad eventuali ‘responsabili’, una maggioranza diversa, un governo istituzionale: nessuna di queste soluzioni può aiutare il Paese più e meglio dell’attuale maggioranza che ha un anno di rodaggio alle spalle. Un anno in cui questa maggioranza ha avviato un dialogo fruttuoso con l’Europa ottenendo 209 miliardi di recovery plan. Oggi siamo chiamati a fare scelte per utilizzarli al meglio per gli italiani e anche per sanare storture preesistenti, divari, disuguaglianze. Questo può farlo solo l’attuale maggioranza. Il tema è ricompattarla.

Se il premier Conte dovesse chiedere la fiducia alle Camere, al Senato avrete i numeri? Serviranno i responsabili?

Se la strada sarà quella che indichiamo i numeri ce li abbiamo e lì continueremo ad avere. Italia Viva pone questioni di merito, dal mio punto di vista valide, ma Conte non si tocca. Conte resta lì a guidare questo governo.

Qualche cambio nella squadra?

Possono esserci piccoli accorgimenti su sottosegretari e ministri, ma nessuna crisi al buio. Possiamo andare a guardare e valutare le richieste nel merito delle forze di maggioranza.

Renzi ha detto che non è questione di poltrone, c’è da fidarsi?

Io gli credo e voglio guardare nel merito di cosa chiede e capire se le sue richieste possono rafforzare la maggioranza e il lavoro che sta facendo il governo. Quello che serve è trovare in tempi brevi la migliore sintesi possibile. I numeri li avevamo, li abbiamo e li avremo.

Se le cose andassero storte il Pd è pronto ad andare al voto anticipato?

Il problema non è del Pd  che è anche in crescita nei sondaggi. In una scelta del genere egoisticamente il Pd potrebbe dire sì. Ma sarebbe da irresponsabili arrivare a questo.

Sulla scorta dei disaccordi romani qual è la sua posizione rispetto all’accordo Pd-M5S alle prossime amministrative che coinvolgeranno anche Napoli?

Bisogna lavorare per costruire due cose: un’alternativa alla cattiva gestione di questi anni e alla cultura e alla pratica di governo rappresentata da de Magistris e dal centrodestra. Si può trovare lo spazio per una grande alleanza di cui il Pd deve essere il perno in quanto primo partito in città e in provincia. Ma il Pd dovrà anche essere umile e responsabile. Con il ruolo di guida deve esserci anche un riconoscimento degli errori commessi. Bisogna fare tesoro degli errori, essere meno autoreferenziali e più in sintonia con i napoletani per costruire quella connessione sentimentale che serve a recuperare anche l’ampia fetta di astensionisti.

A quali forze politiche guardare?

Serve guardare a tutte le forze possibili, a quelle che hanno sostenuto De Luca allo stesso presidente fino al M5S. Il rapporto è tutto da costruire nel merito delle cose per trovare una sintesi rispettando le differenze reciproche e per evitare di consegnare la città al centrodestra o ai populisti come quelli che ci sono stati in questi anni.

 


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