‘Il Senato sta svolgendo una discussione tra le più significative della storia repubblicana. Il confronto svolto in commissione sulla legge elettorale ha prodotto alcuni passi in avanti rispetto al testo giunto dalla Camera. Penso, in particolare, all’innalzamento della soglia per conseguire il premio di maggioranza al primo turno, alla soglia unica di ingresso più bassa e all’attribuzione del premio di maggioranza alla lista disincentivando così la creazione di coalizioni tra partiti legati da semplici ragioni di opportunità (anche se, a mio avviso, andrebbe valutata, magari come facoltà e non come obbligo, l’introduzione di eventuali meccanismi di apparentamento in caso di ballottaggio tra il primo e il secondo turno). Tuttavia, la delicatissima questione della scelta dei parlamentari rimane ancora aperta’. Lo afferma il senatore del Pd Carlo Pegorer.
‘Per noi sarebbe sicuramente preferibile reintrodurre i collegi uninominali di piccole dimensioni. La discussione di questi mesi ci consegna però una sufficiente convergenza sulla possibile reintroduzione nel nostro sistema elettorale parlamentare delle preferenze. Una scelta che, a mio avviso, in ogni caso si scontra con l’eventuale previsione dei cosiddetti capilista bloccati. A ben guardare, infatti, con l’introduzione di un ‘sistema misto’ caratterizzato da preferenze e capilista bloccati che possono peraltro candidarsi in più circoscrizioni, si potrebbero determinare profili di incostituzionalità. Sarebbe perciò preferibile assumere il sistema delle preferenze per l’elezione del nuovo Parlamento, con liste di candidati relativamente corte, garantendo l’alternanza di genere e con la possibilità di esprimere al massimo due preferenze, ovvero una per una candidata donna e l’altra, pena la nullità della seconda, per un candidato uomo, o il contrario. Mi auguro – conclude Pegorer – che il provvedimento nella sua stesura finale contenga l’introduzione di una clausola di salvaguardia, che preveda però espressamente l’entrata in vigore della riforma a conclusione della riforma del Senato’.