‘Oggi nell’Aula del Senato il ministro Maurizio Martina ha confermato la bontà delle politiche messe in atto dal governo Renzi per lo sviluppo dell’agroalimentare italiano e delle sue capacità competitive. Expo è stato uno spartiacque, dopo l’esposizione universale le aziende di questo settore strategico per il Paese sono di fronte ad un cambio di paradigma. Il produttore agricolo deve accettare la sfida e diventare protagonista dell’intero processo, deve arrivare a decidere, attraverso diverse modalità e sistemi societari, della collocazione, delle strategie e del prezzo del suo prodotto. Deve spostarsi sempre più dalla materia prima al prodotto finito, che ha anche un grande valore identitario e che racconta della sua qualità e della sua distintività. E le politiche pubbliche devono avere una strategia per sostenere questo passaggio storico’. Lo dice la senatrice del Pd Leana Pignedoli, vicepresidente della Commissione agricoltura, che oggi è intervenuta al question time nell’aula del Senato.
‘Expo – dice ancora Leana Pignedoli – è stata una straordinaria conferma del fatto che il cibo italiano è tra i più ricercati al mondo e che il nostro agroalimentare ha grandi prospettive. Il tema dei temi è accettare la sfida dalla produzione della materia prima che non incide sul prezzo, a quella del prodotto finito. Il maggior incremento di valore avviene nella seconda fase della catena del valore, quando si arriva ad un prodotto che ha anche contenuti identitari, quando si deve essere in grado di offrire servizi correlati e adeguati al mutato stile di vita, di raccontare l’origine, la storia, l’impatto sull’ambiente e la sostenibilità, tutti fattori che fanno la differenza del Made in Italy nel mondo e per questo l’educazione al cibo si deve insegnare a scuola. L’azienda agricola deve farsi protagonista e associare a pratiche agronomiche innovative una gestione aziendale adeguata alle nuove esigenze di mercato, anche internazionale. E su questo Expo è stato certamente un fondamentale volano’.

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