“La presente legge istituisce l’unione civile tra persone dello stesso sesso quale specifica formazione sociale ai sensi degli articoli 2 e 3 della Costituzione e disciplina le convivenze di fatto”. Questo il primo comma del maxiemendamento sulle unioni civili che stiamo per approvare al Senato, una legge storica, che dopo 30 anni di discussioni allinea la legislazione italiana a quella di molti paesi europei”.
Ad affermarlo è la senatrice Pd Leana Pignedoli, che prosegue “si tratta di un insieme di diritti e doveri che fa fare un gigantesco passo avanti al nostro Paese: cognome del partner, comunione dei beni, reversibilità delle pensioni, assistenza sanitaria e penitenziaria, morale e materiale per persone dello stesso sesso e, contemporaneamente, con le convivenze di fatto, riconoscimento dei legami affettivi di coppie etero e omosessuali che decidono di non sposarsi e di non accedere all’unione civile. Dopo tante polemiche, le piazze antitetiche che hanno affollato i giornali in questi mesi, eccoci a un testo che permetterà a tante famiglie di vivere un progetto di vita, in un legame che realizza e lega a un rapporto di reciproca responsabilità tra persone dello stesso sesso”.
“Per quanto riguarda la famosa stepchild adoption – prosegue la parlamentare reggiana – ero e sono favorevole all’azione del figlio da parte dell’altro componente dell’unione civile, perché ritengo sia fondamentale per la difesa dei diritti del minore. Il Pd aveva inserito questa norma nel famoso emendamento Marcucci che, senza il dietrofront a 5 stelle cui abbiamo assistito la scorsa settimana, oggi sarebbe approvato. Ma tant’è, questo movimento ha preferito cambiare idea, e rischiare di mettere a repentaglio l’intera legge, di nuovo, costringendo il Senato a esprimersi con voto segreto su alcuni pessimi emendamenti che avrebbero rischiato di far saltare non solo la stepchild, ma l’intero impianto, facendo diventare la legge vuota e, in alcuni casi, anche dannosa per le coppie”.
“Per questo, sul fronte delle adozioni del figlio naturale del partner ci siamo impegnati ad affrontare il tema in una legge ad hoc -conclude Pignedoli – lasciando nel frattempo alla magistratura la possibilità di continuare a svolgere il proprio lavoro, prevedendo la possibilità di riconoscere la continuità affettiva ai bambini delle coppie omogenitoriali”.