L`antico riflesso del politicamente corretto a sinistra «l`ho visto in passato», ma ora non più: «Negli anni scorsi, qualcuno temeva che la sicurezza fosse un argomento di destra. Oggi pensiamo che fare uscire le donne libere e sicure sia di sinistra». E chi cerca asilo in Italia «deve rispettare il nostro patrimonio di regole, leggi e valori», scandisce chiaramente in questa intervista il ministro della Difesa, Roberta Pinotti.
Perché però voi donne di sinistra in questi giorni non avete detto una parola sui fatti di Colonia, come ha fatto notare il direttore dell`Huffington Post, Lucia Annunziata?
«Se mi avesse chiamata, anche a lei avrei raccontato come la penso. I fatti di Colonia sono di una gravità inaudita, sconvolgente. Ne ho discusso con i collaboratori, e anche in famiglia, con le mie figlie».
E come ha raccontato loro quanto è successo?
«Sono due ragazze di 22 e 14 anni e mezzo, si informano su Internet, erano molto colpite. Quello che sconvolge di questo episodio è l`idea che un gruppo di uomini possa essersi organizzato per punire donne che stavano vivendo la propria libertà, e che non si sia riusciti a difenderle. Un episodio simile mina uno dei fondamentali della rivoluzione occidentale, il movimento di liberazione femminile. Tutti, donne e uomini, devono sentirsi colpiti».
Alla luce di questo, come si gestisce l`accoglienza?
«Il diritto all`accoglienza non può confliggere con l`affermazione del rispetto delle regole. Chi ha diritto d`asilo, chi scappa da una guerra o una persecuzione, viene accolto, ma questo non dà la patente di comportarsi come si vuole. Chi arriva, si inserisce in una società con regole, leggi e valori che vanno rispettati».
Insisto: perché, da donne di sinistra, non avete alimentato un dibattito su questo tema? E` il riflesso condizionato del politicamente corretto?
«Quel riflesso l`ho visto a sinistra, ma negli anni passati: vuole sapere un episodio?». Dica.
«Molti anni fa vennero a parlarmi per la prima volta un gruppo di padri separati, spiegandomi i loro disagi. Io la trovai un`istanza giusta, ma nel dibattito delle donne di sinistra c`era titubanza a sposare le loro posizioni, si aveva paura di indebolire così le donne. O ancora il tema della sicurezza: in passato qualcuno temeva che fosse un argomento di destra. Oggi siamo certi che non sia così: sicurezza è libertà, e quindi è di sinistra. Fare uscire le donne libere e sicure è di sinistra. Per cui, mi creda, nessuna titubanza tra le donne del Pd a esprimersi su Colonia, solo non c`è stata l`occasione».
E` sicura? Non pensa che se si fosse trattato di un branco di naziskin ci sarebbe stata un`insurrezione da sinistra?
«Non credo, non c`è nessuna timidezza. Non ho alcuna velleità di scusanti sociologiche per gli stranieri che si sono macchiati dei fatti di Colonia: non c`è comunità o gruppo di persone che può far venire meno i nostri usi e le nostre consuetudini. Tolleranza e rispetto sono giusti, ma non siamo disposti a tollerare qualunque cosa: un padre pachistano che uccide la figlia perché veste all`occidentale non ha nessuna scusante».
Una nettezza che però, nelle azioni, la destra vi rimprovera spesso di non saper applicare…
«Ce lo rimprovera nei talk show, perché poi nei numeri dei rimpatri, che pongono serie difficoltà, non vedo grande differenza rispetto a quando c`erano loro, c`è una sostanziale continuità nell`azione del ministero dell`Interno».
C`è un problema nell`Islam di rapporto con le donne?
«Anche nelle Lettere di San Paolo c`è scritto che le donne siano sottomesse al marito, e non mi piace ogni volta che lo sento leggere a messa… L`Islam ha vissuto storicamente periodi diversi, ed è fondamentale il lavoro che gli Stati islamici stanno facendo contro il fondamentalismo. Certo, per me è difficile vedere una donna camminare tre passi indietro al marito, o sentire le donne afghane felici di finire in un carcere femminile che abbiamo contribuito a costruire, perché lì non vengono picchiate e imparano un mestiere…».
Una felicità che dice molto.
«Ma anche in quei Paesi c`è un movimento, un fermento, che ha tutto il mio sostegno. Nel rispetto dei loro tempi e delle loro culture».
In Italia a che punto siamo? Servirebbe un ministero delle Pari opportunità?
«Anche da noi ci sono ancora cose da fare: basti pensare agli insulti sessisti ad alcune ministre o alla presidente della Camera. Ma personalmente sono contraria al ministero delle Pari opportunità: il segnale migliore, è stato fare un governo metà di uomini e metà di donne».


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