‘il mio nome proposto da ambienti militari. Il lavoro da parlamentare ha pagato’
I liguri al governo adesso sono due. Roberta Pinotti, genovese di Sampierdarena, insegnante, capo scout prestata alla politica, è sottosegretario alla Difesa, e raggiunge nell`esecutivo il ministro all`AmbienteAndrea Orlando, spezzino. Una bella soddisfazione, per una che dopo la sconfitta alle primarie come candidato sindaco di Genova aveva meditato di lasciare la politica, e fermarsi a riflettere. E che era rientrata in Parlamento sottoponendosi all`ordalia delle parlamentarle, sfidando rampanti del web e rottamatori assortiti. E quasi mezzanotte quando il telefono suona. Lei risponde al terzo bip, la voce è squillante. «Sono sveglia, anzi adrenalinica. D`altra parte la conferma che sarò sottosegretario mi è arrivata poco più di un`ora fa».
Un ritorno in grande stile.
«E` una grandissima soddisfazione. Mia mamma, che lavorava in una trattoria, e mio padre, che faceva l`operaio, mi hanno inculcato l`idea che se uno fa le cose per bene, seriamente, si applica e rispetta le persone, il suo lavoro sarà riconosciuto. Ed è accaduto questo. Io ero fuori da tutti i giochi, il mio partito aveva altre prorità sui nomi per il governo. Però il lavoro che avevo fatto in commissione Difesa era stato apprezzato, e questo ha avuto un peso».
Vuole dire che la designazione non è arrivata dal Pd?
«Dico che in tanti, all`interno di quel mondo , hanno fatto il mio nome per il ruolo di sottosegretario. So per certo che anche il presidente Napolitano, capo delle forze armate, ha manifestato gradimento all`ipotesi, e di questo gli sono grata. Poi, è ovvio che senza il via libera del Pd non sarei entrata al governo. Ma quello che mi ha fatto piacere è stato vedere che il mio lavoro ha lasciato un segno. E questo nonostante in alcune battaglie parlamentari come quella sulle bombe a grappolo, in passato, io non mi sia certo preoccupata di scontentare qualche generale».
Quando ha saputo che stava maturando questa possibilità?
«La sera del 30 aprile. Mi ha telefonato Mario Mauro, spiegandomi che in ambienti della Difesa erano stati in molti a proporre il mio nome. Pensavo che finisse tutto lì, invece il giorno dopo mi ha chiamato Franceschini e mi ha detto che si stava aprendo realmente uno spazio al governo. Anche se poi ho aspettato fino all`ultimo per avere la conferma. Questa sera (oggi per chi legge, ndr) mi ha telefonato il ministro». Anche lei la pensa come Orlando, che il primo Maggio ha dichiarato di non festeggiare perché è ministro in un governo con il Pdl?
 «Naturalmente quando mi sono candidata il mio desiderio era quello di un governo che portasse avanti il programma del Pd. Ma in questa situazione le larghe intese sono indispensabili, e io penso che quando una persona accetta un incarico, vuol dire che ci crede e che accetta di lavorare nella pienezza del suo impegno».
Quello in cui sta entrando da sottosegretario è un governo che può durare?
«In questo momento la politica deve fare un bel bagno di realtà. C`è bisogno di fare le riforme istituzionali, di una nuova legge elettorale. Ma prima ancora, e in tempi rapidissimi, bisogna dare risposte a chi ha perso il lavoro e a chi non ce la fa più. Fatto questo insieme, potremo essere alternativi al Pdl. Mi preoccupa vedere che tornano le alzate di scudi. Come sull`Imu».
Il suo non sarà un settore facile. Sugli F35, sulle missioni all`estero, sui costi della macchina militare, il dibattito politico è molto acceso. Anche all`interno del Pd. «L`opinione pubblica italiana ha con la Difesa un rapporto complicato, un po` come avviene in Germania. Ci sono ragioni storiche, di tradizione. Però si tratta di un settore fondamentale per l`esistenza stessa di uno Stato. E a insegnarmelo, quando era ancora ministro è stata Michelle Bachelet, ex presidente cilena, socialista, figlia di un generale morto per le torture subite dopo avere combattuto dalla parte di Allende. Dobbiamo essere bravi a spiegare agli italiani che la Difesa è necessaria per contrastare minacce che hanno sembianze diverse da quelle del passato ma che sono altrettanto pericolose, come il terrorismo internazionale».
Con lei torna una genovese al governo.
«Ci voleva, stavamo diventando invidiosi degli spezzini. Hanno ministeri, Autorità portuali. Stavamo restando indietro. Scherzo ovviamente. Sono ancora adrenalinica».

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