«L`intesa sull`elettività dei senatori può essere raggiunta in un secondo».
Non è troppo ottimista, sottosegretario Luciano Pizzetti?
«L`accordo lo vogliamo tutti. E Bersani, lo dico da sinistra, ha nel dna la ricerca dell`intesa nel nome della ‘ditta’».
Il suo lodo, sottosegretario?
«La discussione chiarisca, una volta per tutte, che i 95 senatori non sono aggiuntivi e che a Palazzo Madama andranno consiglieri regionali o sindaci».
Gotor, Chiti e gli altri vogliono che i senatori siano eletti dai cittadini.
«Acquisita una volta per tutte la cifra della riforma, cioè il Senato delle autonomie, nulla osta a che il senatore-consigliere regionale possa essere scelto con la partecipazione diretta dell`elettore».
Anche senza listino?
«Una volta che questo principio ha rango costituzionale, il come lo dirà una legge elettorale ordinaria che fissi i cardini a cui le leggi regionali dovranno attenersi».
Non è un`apertura piccola, la sua.
«Se la sinistra non vuole il listino, possiamo trovare una forma aperta: diventa senatore il consigliere che ha preso più preferenze. E magari i presidenti delle Regioni entrano di diritto. Basta che la sinistra esca dal mantra dell`articolo 2».
Perché lo ritenete intoccabile?
«Se riapriamo il vaso di Pandora, nella marea degli emendamenti può succedere di tutto e i 95 senatori possono diventare 150. È il cuore della riforma…».
Grasso può decidere di toccarlo.
«Al netto delle prerogative del presidente, troverei un po` strano che per un cavillo si faccia saltare l`impianto».
Teme che si disfi la tela di Penelope?
«Sì, diamola per acquisita col Senato delle autonomie e poi vediamo come far meglio l`orlo in altre parti della Costituzione. Che cambia se acquisiamo il principio dell`elettività nell`articolo 2 o in un altro?».
Non è troppo ottimista, sottosegretario Luciano Pizzetti?
«L`accordo lo vogliamo tutti. E Bersani, lo dico da sinistra, ha nel dna la ricerca dell`intesa nel nome della ‘ditta’».
Il suo lodo, sottosegretario?
«La discussione chiarisca, una volta per tutte, che i 95 senatori non sono aggiuntivi e che a Palazzo Madama andranno consiglieri regionali o sindaci».
Gotor, Chiti e gli altri vogliono che i senatori siano eletti dai cittadini.
«Acquisita una volta per tutte la cifra della riforma, cioè il Senato delle autonomie, nulla osta a che il senatore-consigliere regionale possa essere scelto con la partecipazione diretta dell`elettore».
Anche senza listino?
«Una volta che questo principio ha rango costituzionale, il come lo dirà una legge elettorale ordinaria che fissi i cardini a cui le leggi regionali dovranno attenersi».
Non è un`apertura piccola, la sua.
«Se la sinistra non vuole il listino, possiamo trovare una forma aperta: diventa senatore il consigliere che ha preso più preferenze. E magari i presidenti delle Regioni entrano di diritto. Basta che la sinistra esca dal mantra dell`articolo 2».
Perché lo ritenete intoccabile?
«Se riapriamo il vaso di Pandora, nella marea degli emendamenti può succedere di tutto e i 95 senatori possono diventare 150. È il cuore della riforma…».
Grasso può decidere di toccarlo.
«Al netto delle prerogative del presidente, troverei un po` strano che per un cavillo si faccia saltare l`impianto».
Teme che si disfi la tela di Penelope?
«Sì, diamola per acquisita col Senato delle autonomie e poi vediamo come far meglio l`orlo in altre parti della Costituzione. Che cambia se acquisiamo il principio dell`elettività nell`articolo 2 o in un altro?».