“Con l’approvazione definitiva delle

misure urgenti per l’attuazione del Pnrr il Parlamento compie una
scelta decisiva per mettere l’Italia nella condizione concreta di
consolidare la crescita che già è in atto e per affrontare con
gli strumenti necessari le sfide che abbiamo davanti e le
criticità che permangono. Grazie al Piano nazionale di ripresa e
resilienza e allo straordinario stanziamento messo in campo, oggi
il nostro Paese può guardare con più fiducia al futuro e l’Europa
e il resto del mondo possono guardare con più fiducia
all’Italia”. Così in una nota la senatrice Pd Valeria Fedeli. “La
battaglia contro il virus non è vinta, le perdite sono state
enormi, le disuguaglianze profondamente aumentate ma grazie al
lavoro fatto in questi mesi da governo e Parlamento, nel costante
dialogo e confronto con le parti sociali, le forze civiche, le
associazioni, la società civile, abbiamo maturato gli anticorpi
per resistere, ripartire e mettere il Paese in condizione di non
subire il cambiamento, le varie transizioni in atto ma di
guidarle con l’obiettivo di non lasciare indietro nessuno,
recuperando quei gap territoriali, generazionali e soprattutto di
genere che storicamente hanno rallentato e compromesso il
percorso di sviluppo. Nel merito molte sono le misure che vanno
in questa direzione e anche come Partito Democratico c’è stato un
contributo importante per migliorarle e rafforzarle. Nel metodo –
prosegue la senatrice dem – considero fondamentale per il
raggiungimento concreto degli obiettivi garantire trasparenza e
attuare, come previsto dall’ordine del giorno del Pd a prime
firme Ferrari, Fedeli approvato all’unanimità in commissione
bilancio, un monitoraggio e una valutazione dell’impatto di tutte
le politiche, le scelte pubbliche, gli investimenti e le riforme
del Pnrr prevedendo un adeguato coinvolgimento della società
civile, delle rappresentanze sociali ed economiche. Così sarà
possibile verificare l’effettivo conseguimento degli obiettivi a
partire da quelli sulla riduzione delle disuguaglianze di genere,
generazionali e territoriali”.