“Al di là della necessità sollevata dal nostro partito di una forza di interposizione che veda protagonisti le Nazioni Unite e l’Unione, cruciale sarà se nel Consiglio europeo del 17 e 18 ottobre vorranno tracciarsi le basi di una vera politica estera e di difesa comune che vada ben oltre il timido balbettio di sempre, ancora più insufficiente in queste ore in cui al conflitto bellico siriano si aggiungono una pericolosa guerra commerciale tra gli Usa e la Cina, una Brexit ancora irrisolta e diverse altre gravide nubi che si addensano sul futuro europeo”. Lo afferma il capogruppo Pd della Commissione Politiche Europee intervenuto in dichiarazione di voto nell’aula a Palazzo Madama. “Dunque, il Consiglio europeo del 17 e 18 ottobre segnerà una direzione di marcia e un orientamento al futuro prossimo del continente unito. Che cosa deve fare il governo italiano negli appuntamenti, a cominciare da dopodomani, in cui è chiamato a far sentire la voce di uno dei grandi Stati fondatori dell’Unione? La risposta del gruppo democratico è questa: l’Italia deve offrire, ed è capace di farlo, una visione ambiziosa dell’Europa del futuro. Su cinque grandi pilastri che divengono cinque grandi matrici di intervento. Predisposizione di risorse proprie e difesa delle politiche agricola e di coesione; green deal degli investimenti pubblici scorporati dal computo della disciplina europea del deficit; lotta al traffico illegale di esseri umani e accoglienza e rispetto dei diritti dell’uomo; social compact per un nuovo piano di sostegno al lavoro e all’inclusione; voce unica, vera e comune sulla sicurezza, sulla difesa e sulla politica estera,sulle sfide che ci consegna un mondo multipolare.”


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