‘La riforma della cooperazione era attesa da lunghissimo tempo, soltanto le riforme costituzionali hanno avuto un iter più lungo, faticoso e travagliato. Ma siamo arrivati alla fine con un testo ottimale largamente condiviso’.
Così il senatore Giorgio Tonini, vice presidente del Gruppo del Partito democratico a Palazzo Madama.
‘La legge che stiamo riformando nel corso del tempo ha dato buona prova di sé – ha evidenziato Tonini – ma necessitava di un aggiornamento e un rinnovamento incisivo per mettere la strumentazione istituzionale del nostro Paese in materia di cooperazione allo sviluppo in grado di far fronte alle sfide nuove che il nostro tempo ci presenta. In passato prevaleva una visione con una componente di tipo paternalistico, il mondo sviluppato che dava una mano da una parte, quasi più per senso morale che non per senso politico. Oggi la situazione è completamente diversa. La cooperazione ha basi assolutamente paritarie tra le parti del mondo che condividono la ricerca dello sviluppo. Il primo punto fondamentale sotto il profilo dell’impostazione è, dunque, il passaggio a una visione davvero di cooperazione basata sul partenariato’.
‘L’obiettivo primario, quasi, ossessivo – conclude il vice presidente dei senatori pd- è stato quello di fare in modo che l’organismo deputato a occuparsi di cooperazione, ovvero il ministero egli Esteri con un vice ministro dedicato, risultasse il più leggero e snello possibile. L’agenzia che si occuperà dei progetti in coordinamento con la direzione generale della cooperazione allo sviluppo avrà costi molto circoscritti e limitati e dovrà conquistarsi sul campo credibilità anche attraverso la sua efficienza’.

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