‘Durante la prossima campagna elettorale dovremmo dire tutti quanti, con forza, ‘noi siamo europei’. I grandi politici europeisti del ‘900 non hanno solo elaborato un’idea ma hanno messo in moto un processo che è stato lungo contrastato, contraddittorio e non finito. Ora dobbiamo decidere se continuare con un gradualismo riformatore o se lavorare a un nuovo progetto’. Lo dichiara il senatore del Pd Mario Tronti.
‘Oggi un’Europa c’è – continua – ma con un immagine non popolare che poi ha dato il via ai populismi di varia natura. A molti appare come una tecnocratica mestrina dei compiti a casa. C’è un vizio d’origine in questo: un cattivo materialismo storico ha stabilito che prima doveva venire la struttura, ovvero il mercato comune e la moneta comune, e poi la sovrastruttura politica sarebbe venuta da sé ma non funziona così. La vera Europa politica non è mai decollata. Bisognerà lavorarci a lungo. Il prossimo Senato – conclude Tronti – dovrebbe cominciare a pensare come essere la sede in cui la forza, la legittimazione e l’autorità ci proiettino in un’altra Europa’.

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