La Giornata Internazionale della Donna sarà come ogni anno un`occasione importante per ricordare in tutto il mondo le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne, e per rinnovare l`impegno contro le discriminazioni e le violenze di cui ancora sono vittime. Ma voglio ricordare che in questo 2016, in Italia, alle celebrazioni dell`8 marzo si unisce un`altra ricorrenza storica: il 70° anniversario del primo voto delle donne, avvenuto alle elezioni amministrative del 1946.
Il decreto legislativo n. 74 del 10 marzo 1946 accordava infatti alle donne, oltre al diritto all`elettorato attivo ottenuto l`anno precedente, anche quello all`elettorato passivo. Le prime consultazioni alle quali le donne furono chiamate a partecipare si svolsero a partire da quella data, in cinque turni, per il rinnovo di oltre 5.000 amministrazioni comunali. Le prime elezioni politiche, per la metà del paese fino ad allora esclusa dal diritto di voto, furono quelle del Referendum istituzionale Monarchia-Repubblica, i12 giugno del 1946.
Del 2 giugno si conservano i ricordi delle donne che ne furono protagoniste, come la giornalista Anna Garofalo che descrive l`emozione della prima volta: «Abbiamo tutti nel petto un vuoto da giorni d`esame, ripassiamo mentalmente la lezione: quel simbolo, quel segno, una crocetta accanto a quel nome. Stringiamo le schede come biglietti d`amore. Si vedono molti sgabelli pieghevoli infilati al braccio di donne timorose di stancarsi e molte tasche gonfie per il pacchetto della colazione. Le conversazioni che nascono tra uomini e donne hanno un tono diverso, da pari».
Nei 70 anni trascorsi da allora, la strada verso la parità non è stata in discesa e la storia della partecipazione delle donne ai processi decisionali non è stata lineare, anche per la duratura sottorappresentanza negli organismi elettivi. Pensiamo che, con andamento altalenante, la percentuale di donne è passata dal 3,7% nell`Assemblea Costituente del 1946, ad appena il 21,1% alla Camera e 18,4% al Senato nel 2008, per poi fare un effettivo balzo in avanti solo n12013, con un incremento record di dieci punti percentuali. Alle elezioni europee del 2014, poi, abbiamo visto la quota di donne tra gli eurodeputati italiani a Strasburgo raggiungere il 40%. Da parte mia, ho voluto contribuire all`avanzamento della democrazia paritaria sostenendo provvedimenti come la modifica delle regole per l`elezione dei membri del Parlamento europeo, che introduce garanzie per la rappresentanza di genere; la doppia preferenza di genere e la norma antidiscriminatoria contenuta nell`”Italicum” che vieta di superare il 60% di candidati dello stesso sesso tra i capilista nei collegi di ogni circoscrizione; l`inclusione del principio di equilibrio tra donné e uomini nella rappresentanza elettiva all`interno della legge di riforma costituzionale. È importante continuare a lavorare per la presenza paritaria delle donne nei processidecisionali, in linea conia Piattaforma d`Azione di Pechino e con gli obiettivi per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. Anche da questo, infatti, dipende la qualità delle nostre democrazie. Sia in Italia che nel resto del mondo
le donne sono sempre più protagoniste delle lotte per i diritti di tutte e tutti. Nel nostro paese, per esempio, nella battaglia per i diritti civili delle coppie omosessuali la più grande forza rinnovatrice è stata quella di donne che, dentro e fuori il Parlamento, hanno messo in campo una “diversa umanità”. Anche per questo l`approvazione in Senato del ddl sulle unioni civili è stata la vittoria non di una minoranza, ma del paese intero. Con lo stesso spirito ricominciamo ora a lavorare per la riforma delle adozioni.
«Mai arrendersi, mai smettere di lottare» (Never surrender, never give up the fight) fu uno degli slogan di battaglia di Emmeline Pankhurst, leader carismatica delle suffragette inglesi all`inizio anni `20, interpretata da Maryl Streep nel film Suffragette -uscito in questi giorni in Italia. La forza e l`abnegazione delle protagoniste delle lotte di allora per il voto alle donne sono di ispirazione anche perii presente, dove intutto il mondo ci sono ancora diritti da conquistare e discriminazioni da combattere. La battaglia, è il messaggio finale della pellicola, a un secolo di distanza non è finita.


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