Ieri ho scelto di votare contro la mozione di sfiducia al Ministro Alfano, l’ho fatto in coerenza con le decisioni del PD e con le mie convinzioni, anche se il caso Shalabayeva resta per me una questione non chiusa. L’ho fatto come atto di fiducia al governo Letta, per garantire il proseguimento dell’azione di risposta alle difficoltà del paese e proseguire nel percorso di riforma intrapreso. Molti hanno criticato questa scelta, esprimendo legittimamente posizioni diverse. Alcuni hanno invece, nell’esprimere il proprio dissenso, oltrepassato il limite del rispetto reciproco e del reciproco riconoscimento della dignità di tutte le opinioni.In tutti i contesti democratici il dissenso è componente libera e utile a migliorare, nel rispetto dell’autonomia di ciascuno, ma non sono accettabili gli insulti. L’esasperazione del linguaggio e la trasformazione della critica in attacco denigratorio rispondono a valori non nostri, ci portano a chiuderci in contrapposti settarismi, facendoci perdere il contatto con gli obiettivi praticabili per inseguire più miseri obiettivi di visibilità personale, degni di chi non ha alternative al differenziarsi per esistere. Un partito che vuole essere davvero democratico discute, ascolta, ricerca la migliore sintesi possibile, dissente ma rispetta sempre la diversità e le scelte di maggioranza.

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