La proposta presentata dal Pd non guarda solo a Berlusconi di oggi, ma vuole impedire simili situazioni domani
È TRASCORSO QUALCHE GIORNO DI QUIETE DOPO LA TEMPESTA SUL DDL SUL CONFLITTO DI INTERESSI. Una tempesta improvvisa e a scoppio ritardato, se è vero che il ddl è stato depositato da Massimo Mucchetti, primo firmatario, il 20 giugno, mentre la polemica si è accesa solo una settimana fa. Riepilogo brevemente la questione. Il ddl, di cui sono firmataria anche io, prevede il cambiamento di una legge del 1957, la 361. La modifica proposta sostituisce l`ineleggibilità con l`incompatibilità, prevedendo che chiunque si candidi e sia eletto debba risolvere eventuali conflitti di interessi, potendo scegliere di cedere ruoli o quote o altrimenti rinunciare all`elezione.
Rispetto alla legge del 1957, l`incompatibilità è prevista sia per gli amministratori che per gli azionisti di un`azienda che opera in concessione pubblica, rendendo molto più rigido e garantito il rispetto dell`interesse collettivo. La legge del `57 si è dimostrata insufficiente a risolvere i problemi nati negli ultimi 20 anni, problemi che non sono limitati alla figura di Berlusconi, ma legati alle privatizzazioni e liberalizzazioni che hanno cambiato la configurazione di molti settori economici.
 Se oggi, quindi, con la legge de11957, Berlusconi non risulta ineleggibile, con la nuova normativa risulterebbe incompatibile, e non potrebbe cedere le quote a parenti o collaboratori.
Ma non è questo il punto, non Berlusconi. Il fatto che una proposta che guarda al futuro del Paese sia stata, ancora un volta, percepita e commentata solo in relazione al destino di Berlusconi è segno che siamo ancora lontani dall`arrivare ad una visione matura e costruttiva del confronto politico. Ancora a troppi esponenti politici e parlamentari, evidentemente, interessa più dibattere pro o contro Berlusconi che preoccuparsi di come migliorare l`Italia.
Così è stato per Grillo e il M5s, che hanno attaccato stru- mentalmente il ddl come salva-B, o per il Pdl, che ha urlato all`esproprio proletario.
Il ddl non è né l`una né l`altra cosa. Non salva nessuno e non obbliga nessuno a cedere le proprie imprese. Obbliga invece ciascuno, quando assume cariche di rappresentanza pubblica, a scegliere La proposta presentata dal Pd non guarda solo al Berlusconi di oggi, ma vuole impedire simili situazioni domani l`interesse pubblico e nazionale come unico faro.
Il ddl proposto da Mucchetti non guarda alla condizione di Berlusconi oggi, ma vuole impedire che ci si trovi in situazioni simili domani. Non riesco davvero a cogliere dove sia il problema. Non riesco a cogliere, in chi ha criticato e critica il provvedimento, altro che un atteggiamento strumentale, miope, interessato ad una rapida ed effimera visibilità polemica.
E se questo mi colpisce negativamente quando proviene da forze populiste come M5s e Pdl, lo trovo inaccettabile quando diventa un modo – o peggio il modo prevalente – del dibattito interno al Pd. Dopo quasi 20 anni nei quali non si è avuto il coraggio di intervenire seriamente sul conflitto di interessi, proprio perché sempre bloccati dal fattore B., oggi che si arriva ad una proposta semplice, concreta, che risolve la questione sia per il presente che per il futuro, c`è chi urla al pericolo, chi preferisce lamentarsi e inseguire un`onda di pensiero che appare oggi forte nella sua capacità di consenso immediato, ma è poi sterile e inconcludente. Siamo in un frangente storico decisivo, che richiede responsabilità e capacità di azione concreta, proiettata al futuro, nell`interesse delle persone. Non è più il momento di chiudersi nelle divisioni cristallizzate di questi anni, di continuare a far girare tutto intorno a Berlusconi, di pensarci, anche noi democratici, solo in rapporto ai nostri avversari.
Non possiamo permettercelo, soprattutto in una fase inedita come questa, tra responsabilità del governo di larghe intese e fase congressuale. Non possiamo inseguire gli urlatori dell`antipolitica nè preoccuparci solo del consenso immediato. Dobbiamo trovare una strada nuova, essere utili al cambiamento reale del paese, guardare al futuro con idee e passione rivolte alle italiane e agli italiani.

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