Con le prossime tornate elettorali andranno al voto cittadine e cittadini di 7 regioni, 19 comuni capoluogo, 120 comuni superiori a 15mila abitanti e 927 comuni inferiori a 15mila abitanti. Si tratta di elezioni che vedono il Partito Democratico impegnato in prima fila in una sfida per il cambiamento e per la buona qualità delle amministrazioni locali. In queste ultime settimane, ho avuto modo di conoscere realtà territoriali in cui le donne e gli uomini del Partito Democratico hanno saputo costruire consensi e programmi attorno a iniziative concrete di assoluto rilievo; dai laboratori per l’occupazione e il sostegno alle imprese, alle proposte per la legalità e il contrasto del malaffare, o dalle misure per la parità tra donne e uomini nella politica, nel lavoro, nella società, fino alle iniziative per il contrasto della povertà e dell’emarginazione, i circoli del Partito Democratico si confermano essere luoghi straordinari in cui si produce cultura e conoscenza, solidarietà e giustizia sociale. Per questo dico che sarà fondamentale partecipare, ma soprattutto sarà fondamentale saper scegliere le candidate e i candidati del Partito Democratico. Ci sono realtà in cui sarà importante sostenere chi ha dimostrato, in base ai propri ruoli, di saper veramente essere vicino a famiglie e imprese, di saper concretamente agire non per dividere il Paese ma per unire le forze sociali, politiche, culturali, economiche, in un grande sforzo per la crescita e per l’equità. In altre realtà, invece, sarà un’occasione per inviare un messaggio chiaro a chi ha esercitato le proprie funzioni in nome del trasformismo e dell’immobilismo: non è più tempo per loro. Credo sia giusto sostenere chi ha dimostrato, ad esempio, di conoscere e saper tutelare le economie locali a partire dalle eccellenze territoriali, impegnandosi per favorire quegli accordi tra rappresentanti del mondo del lavoro e del mondo dell’impresa che si rivelano poi fondamentali nel contrasto al malaffare, alle contraffazioni delle filiere produttive, o nel sostegno alla crescita dell’export e della qualità delle nostre produzioni. Esempi di come il buon governo di una regione, o di un comune, non può prescindere da uno sguardo rivolto alla dimensione nazionale del proprio agire e alle sfide economiche che le nostre imprese devono saper affrontare anche a livello europeo e internazionale. Basta con il provincialismo che ha danneggiato interi territori d’Italia. Credo sia importante un riferimento a lavoratori e imprese, e ai loro rispettivi rappresentanti, perché se è vero che è in corso, da tempo, una crisi di rappresentanza, che ha investito negli ultimi anni partiti, sindacati, e tutte le tradizionali forme di mediazione sociale, è anche vero che a questa crisi è impossibile rispondere con la demagogia del ‘tutti a casa’, con la retorica del populismo secondo cui ‘sono tutti uguali’, né ancor meno con la mancanza di fiducia di chi pensa che ‘tanto non cambia niente’. Io credo che invece le cose cambino, e che ci siano tutti i segni tangibili per giudicare quanto fatto negli ultimi anni da ciascuna forza politica: credo ci siano molte donne e uomini che nel Partito Democratico hanno saputo contribuire a costruire amministrazioni capaci, credibili, trasparenti. A ben vedere, la partecipazione al voto rappresenta non solo il prezioso esercizio di un diritto, ma soprattutto la possibilità, per cittadine e cittadini, di scegliere una politica in grado di contrastare le diseguaglianze e le criticità economiche e sociali create dalla crisi; diseguaglianze che, è bene ricordarlo, sono state causate dalle scelte politiche errate con cui i passati governi di centrodestra hanno preteso affrontare le emergenze del Paese. La vera sfida di queste elezioni è da giocarsi in termini di credibilità, capacità di scelte coraggiose, volontà e azione riformatrice, e credo che solo il Partito Democratico abbia finora dimostrato di saper intraprendere questa sfida ottenendo alcuni primi risultati di straordinaria importanza, riscontrati anche dai dati forniti da Istat, Ue, Fondo Monetario Internazionale. Sostengo da sempre che la cosa più importante di cui necessita il nostro Paese è la fiducia nel futuro, perché assecondare il clima di generale sfiducia vuol dire rassegnarsi a scelte con conseguenze negative soprattutto per i più deboli, per il mondo del lavoro, per la cultura dei diritti.
Chi in questi anni ha gettato benzina sul fuoco, speculando consensi in nome del populismo e della demagogia, lo ha fatto in quanto incapace di assumere responsabilità di scelte da condividere e da prendere nella piena consapevolezza delle loro conseguenze: mi riferisco ovviamente a chi, pur avendo avuto responsabilità di governo nel passato, continua a giocare alle facili contrapposizioni compromettendo seriamente la stabilità economica e sociale dell’Italia, nonché la sua reputazione nelle relazioni internazionali.
Se guardiamo a quanto avvenuto ieri in Spagna, con i voti presi dal movimento Podemos, conquistando Barcellona e sfiorando la vittoria nella capitale Madrid, possiamo trarre due grandi lezioni: primo, che all’euroscetticismo si risponde seriamente con la costruzione di una nuova Europa e, secondo, che la qualità, la rappresentatività e la competenza delle donne si dimostrano essere, ancora una volta, il vero motore del cambiamento. Sono due elementi, questi, su cui il Partito Democratico ha investito da tempo tutte le proprie energie, facendosi portavoce di una volontà di cambiamento da portare avanti in nome della solidarietà, della parità, della legalità, della piena cittadinanza per tutti.
Quanto fatto in Parlamento in meno di due anni, del resto, delineando una legislatura costituente ineguagliabile rispetto a quelle degli ultimi vent’anni, è anche la cartina di tornasole di un partito, il Pd, aperto alla società civile e plurale nelle sue culture politiche, un partito che sa confrontarsi per poi decidere, e che, soprattutto, sa rimanere immune a quella autoreferenzialità tanto pericolosa per chi coltiva volontà di cambiamento. Perché il cambiamento lo si fa insieme e solo se si ha un progetto serio, un’idea di Italia e di Europa, un sentire comune che ci spinge a guardare avanti senza timori e nella piena responsabilità delle nostre azioni. Il voto al Pd, siamo certi, sarà utile alle nostre comunità locali e al futuro di tutti.
Grazie, Valeria Fedeli *
* Vicepresidente del Senato
Chi in questi anni ha gettato benzina sul fuoco, speculando consensi in nome del populismo e della demagogia, lo ha fatto in quanto incapace di assumere responsabilità di scelte da condividere e da prendere nella piena consapevolezza delle loro conseguenze: mi riferisco ovviamente a chi, pur avendo avuto responsabilità di governo nel passato, continua a giocare alle facili contrapposizioni compromettendo seriamente la stabilità economica e sociale dell’Italia, nonché la sua reputazione nelle relazioni internazionali.
Se guardiamo a quanto avvenuto ieri in Spagna, con i voti presi dal movimento Podemos, conquistando Barcellona e sfiorando la vittoria nella capitale Madrid, possiamo trarre due grandi lezioni: primo, che all’euroscetticismo si risponde seriamente con la costruzione di una nuova Europa e, secondo, che la qualità, la rappresentatività e la competenza delle donne si dimostrano essere, ancora una volta, il vero motore del cambiamento. Sono due elementi, questi, su cui il Partito Democratico ha investito da tempo tutte le proprie energie, facendosi portavoce di una volontà di cambiamento da portare avanti in nome della solidarietà, della parità, della legalità, della piena cittadinanza per tutti.
Quanto fatto in Parlamento in meno di due anni, del resto, delineando una legislatura costituente ineguagliabile rispetto a quelle degli ultimi vent’anni, è anche la cartina di tornasole di un partito, il Pd, aperto alla società civile e plurale nelle sue culture politiche, un partito che sa confrontarsi per poi decidere, e che, soprattutto, sa rimanere immune a quella autoreferenzialità tanto pericolosa per chi coltiva volontà di cambiamento. Perché il cambiamento lo si fa insieme e solo se si ha un progetto serio, un’idea di Italia e di Europa, un sentire comune che ci spinge a guardare avanti senza timori e nella piena responsabilità delle nostre azioni. Il voto al Pd, siamo certi, sarà utile alle nostre comunità locali e al futuro di tutti.
Grazie, Valeria Fedeli *
* Vicepresidente del Senato