‘È difficile non arrivare a una limitazione e a forme diverse di finanziamento pubblico. Bisogna stare molto attenti, però. Un Paese che non è dotato di una regolamentazione delle lobby, dove non esiste una normativa sul conflitto d’interessi, dove le infiltrazioni della criminalità organizzata nella politica rappresentano un fenomeno drammatico, non può non assumere le contromisure del caso. Riguardo al ddl sui partiti che porta, tra le altre la mia firma, c’è stata una mistificazione e una strumentalizzazione. Quel ddl riassumeva uno degli otto punti programmatici del Pd su cui i nostri candidati hanno fatto campagna elettorale. L’ho presentato il 20 marzo e non dieci giorni fa. Quel progetto sostiene, tra l ‘altro, che se un partito deve mostrare trasparenza nei propri bilanci ed essere sottoposto a controllo occorre che abbia personalità giuridica. Un tema, questo, che riporta all’attuazione dell’articolo 49 della Costituzione. Mi chiedo: indipendentemente dal tema del finanziamento pubblico, lo Stato può riconoscere formazioni politiche che non rispondano nella loro decisione interna a criteri democratici? Anche il progetto del governo si pone il problema della democrazia interna ai partiti’. Lo dice Anna Finocchiaro, senatrice del Pd e Presidente della Commissione Affari costituzionali del Senato in una intervista all’Unità.

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