‘Al Partito Democratico il voto segreto fa paura? Credo di no, dovrebbe fare più paura al Pdl di quanto non faccia al Pd. La nostra scelta è stata motivata da ragioni tutte strette sulla Costituzione e sul regolamento. Ed era la prima volta che applicavano la legge Severino, e questo è un particolare non trascurabile’. Lo ha detto la senatrice del Pd Anna Finocchiaro, presidente della Commissione Affari costituzionali, a Radio anch’io. ‘Ricordo – ha spiegato Anna Finocchiaro – che dal pronunciamento della giunta per il regolamento del Senato del ’93 sulle autorizzazioni a procedere, c’è consenso tra le forze politiche sul fatto che, in questi casi, il voto sia palese perché riguarda non le persone ma il rapporto tra l’autorità giudiziaria e il Parlamento. E ricordo comunque che, in Senato, c’è una lunga storia di voti palesi, sia per casi riguardanti la composizione dell’Assemblea, sia per casi di arresto, detenzione e perquisizione, questioni riguardanti cioè la restrizione della libertà personale. Sottolineo poi che è la prima volta che si applicava la legge Severino. Qual è la particolarità della sua applicazione? Significa che, come accadrebbe per l’ufficio elettorale nel caso in cui la incandidabilità si manifestasse o esistesse al momento della richiesta di candidatura di un soggetto, oggi il Senato della Repubblica, dal momento che Berlusconi è un senatore, si trova a fare un mero accertamento di corrispondenza tra il contenuto della sentenza di condanna con una pena che supera i 2 anni e la legge Severino, che dice che in questo caso viene meno uno dei requisiti di onorabilità per restare in Parlamento. Non c’è dunque una valutazione, che può avvenire per esempio quando un’elezione viene contestata, si tratta di un mero accertamento e di un’immediata decisione’.

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