No ad altre maggioranze. Il governo non pensi solo a durare
Senatore Latorre, in vista del Congresso, tanto per cambiare, il Pd si divide.
«È imbarazzante pensare che in questa fase si possa sostenere una discussione sulle regole o sull`interrogativo ‘è meglio un uomo solo al comando o un uomo in compagnia?’ Se questi fossero i temi meglio non fare il Congresso. Sarebbe inutile, dì più: dannoso».
È solo di questo, che si sta parlando.
«E invece dobbiamo rilanciare il progetto del Pd per guidare l`Italia fuori dalla crisi di sistema in cui siamo». Non le pare di esagerare?
«Questa non è una crisi ordinaria. Si è ormai incrinato il patto tra Stato e cittadini. Il tema oggi  è la riscrittura di quel patto, a iniziare da un nuovo patto fiscale, posto che ora si è stretti tra un`evasione enorme e una pressione fiscale non più sopportabile, oltre alle necessarie modifiche costituzionali. Di questo si dovrà discutere».
Si riferisce alle riforme istituzionali?
«Anche. E bene che su questo il Pd definisca la direzione di marcia. E stato importante affermare, anche grazie a Epifani, che l`alternativa tra semi-presidenzialismo e parlamentarismo non corrisponda all`alternativa tra democrazia e dittatura. Sono due possibili risposte democratiche».
E lei quale preferisce?
«Il semipresidenzialismo con una legge elettorale maggioritaria uninominale a doppio turno è quello più congeniale a coniugare capacità di decisione e partecipazione democratica».
 Addio alla figura del presidente garante…
«La garanzia non dipende più tanto dal carattere della figura presidenziale quanto dall`equilibrio dei poteri e dai relativi contrappesi. La figura del presidente garante fu pensata all`indomani di una dittatura e ha consentito crescita e tenuta democratica anche in anni recenti. Oggi siamo in uno scenario nuovo e non a caso bisognerà iniziare da un`efficace legge sul conflitto di interessi. Inoltre per me questo è oggi l`unico sistema per garantire ruolo e funzioni dei partiti».
I partiti non li vuole più nessuno.
«E invece sono fondamentali come luoghi della mediazione tra istituzioni e società. I movimenti non sostituiscono i partiti e lo stiamo vedendo con la crisi del grillismo».
Una crisi che dimostra che il bipolarismo non è morto.
«Già, dovremo ragionare su questo: anche per me non è finito il bipolarismo. E questa riflessione ci aiuterà ad affrontare il tema controverso ma non più rinviabile di come il Pd partecipa allo scontro politico europeo e supera l’ipocrita ambiguità di sentirsi vicino al Pse senza esserne parte».
Segretario e candidato premier o segretario e basta?
«Identificare nello statuto il segretario e il candidato premier preludeva a un assetto politico bipartitico che non si è realizzato. Il nostro bipolarismo resta di coalizione. Ma fissare ora la distinzione tra le due figure sarebbe un grave errore. Non solo perché allude a un sistema politico frammentato ma indebolisce molto la figura del segretario. Comunque io affiderei qualunque modifica statutaria al congresso e la commissione dovrebbe solo scrivere il regolamento congressuale».
Chi vorrebbe per segretario?
 «Sosterrò il candidato che più risponde all`impostazione appena illustrata. E se Renzi annuncerà la sua candidatura sarà un`ottima notizia per il Pd».
A guardare il gruppo dirigente del suo partito non sembrerebbe proprio.
 «Questa rappresentazione di un gruppo dirigente tutto teso a osteggiare o neutralizzare la candidatura di Renzi perché smonterebbe il partito spero sia falsa. Sono certo che Renzi vuole un Pd forte anche perché sa che la sfida più difficile viene dopo le elezioni. Non cambi l`Italia se non hai un ampio consenso della società che puoi costruire solo con un soggetto politico forte».
Intanto Bersani ha detto che il Pd potrebbe fare il ribaltone e che Renzi non deve fare il segretario.
«Nel pieno di un passaggio così complicato è impensabile una discussione su altre maggioranze. Ho letto che c`è chi un`altra maggioranza con i 5 Stelle addirittura la sogna. A parte che spererei in sogni più ambiziosi per il nostro Paese, ma non ci sono più le condizioni per un discorso di quel genere. Il treno è passato e vedremo gli sviluppi della crisi dei grillino>.
 Si parla anche di possibile slittamento delle assise.
«Il congresso va fatto nei tempi previsti e bene».
La discussione congressuale non finirà per incidere sulla tenuta del governo?
«No: il governo fibrilla se non riesce a centrare gli obiettivi che si è dato, se la sua ragion d`essere diventa la sua durata. Invece un partito forte che fa una discussione congressuale vera può solo tornargli utile».

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