‘Con la vittoria del Pd più forte il cambiamento. Grillo vuole la distruzione’
Nicola Latorre (Pd), presidente della commissione Difesa del Senato: Grillo evoca la lupara bianca per Renzi. Che dice?
«Fa impressione come nei giorni in cui ricordiamo la strage di Capaci, quel 23 maggio 92 nel quale perse la vita Falcone con sua moglie e gli agenti della scorta, si possa solo evocare una simile immagine. Ieri contro gli immigrati e dissacrando il grande orrore che è stato il campo di sterminio di Auschwitz, oggi evocando la lupara: è chiaro che non siamo solo davanti a un ignobile uso della semantica ma anche a un chiaro e preciso intento distruttivo. Grillo dimostra di non avere nulla a che fare con i sentimenti democratici del Paese. E questo ci aiuta a comprendere qual è la vera posta in gioco della campagna elettorale».
Qual è?
«È in gioco il destino dell`Italia, su come si esce dalla crisi e su quale sarà il nostro ruolo in Europa. Poi, si decide se in questo Paese vincerà l`idea dello sfascio, oppure se si esce con un nuovo ruolo dell`Italia nella costruzione della nuova Europa, diventando protagonista del cambiamento. In tal senso il successo di Renzi e del Pd è la condizione per raggiungere questo obiettivo, a differenza di chi invece sollecita i peggiori umori primordiali che si annidano in una parte della società italiana segnata dalla disperazione».
E rispetto agli equilibri interni?
«Grillo vuole la distruzione. Cavalca tutte le difficoltà, istiga alla violenza e usa un linguaggio profondamente antidemocratico. Noi abbiamo messo in campo una nuova idea d`Europa, e un`idea di grande cambiamento del Paese, valorizzando le grandi risorse della società italiana, sconfiggendo le burocrazie, le rendite di posizione».
Il governo rischierebbe in caso di forte avanzata grillina?
«Semmai il voto incoraggerà la prospettiva di cambiamento portata avanti dal Pd e da Renzi, accelerando i tempi delle riforme e indebolendo le resistenze al cambiamento».
C`è il rischio che uno sfarinamento del fronte moderato possa avere un ripercussione sulla tenuta complessiva del Paese?
«Credo che il rischio per la tenuta democratica del Paese venga da un eventuale risultato positivo di Grillo. Perché un risultato positivo raccolto sulla linea avventurista di Grillo rappresenterebbe un rischio enorme che sono certo l`Italia non vorrà correre».
Quale impatto crede possano avere le riforme e i provvedimenti del governo sull`opinione pubblica?
«Credo che il giudizio sia positivo, per la convinzione, il coraggio con cui Renzi sta realizzando il suo progetto di cambiamento. Un progetto che deve fare i conti con le resistenze che non mancano. Renzi in questi ottanta giorni ha lanciato un messaggio chiaro e si gioca tutto. La novità della politica italiana è che abbiamo un leader che si mette in gioco sulla base di un progetto per il futuro del Paese. E su questo non si gioca solo il suo destino personale, ma anche quello di tutti noi. È questa la forza etica del suo impegno».
Il Pd è compatto dietro Renzi?
«Non ci sono più incertezze, tutto il Pd è con Renzi. Ma dobbiamo superare qualche forma di pigrizia perché c`è chi pensa che sia sufficiente l`immagine del premier. Occorre dare il massimo in questi ultimi giorni della campagna elettorale».
E sul Sud, cosa fa il governo?
«L`altra forma di novità introdotta da Renzi è il rilancio in forme nuove della questione meridionale. Innanzitutto è importante l`impegno col quale Renzi sta girando in tutto il Mezzogiorno e oggi con noi a Bari. In queste iniziative si sta affermando un rilancio della questione meridionale, in chiave del tutto nuova. Non più in una logica assistenziale, ma in una prospettiva in cui il Sud diventa protagonista e con politiche nazionali che hanno una indubbia ricaduta per il Mezzogiorno. Penso alle infrastrutture, ai fondi europei. Ma penso soprattutto al lavoro. Il Jobs Act è la prima vera scommessa di questo governo».
 Capitolo riforme. Che accadrà sul nuovo Senato?
«Il superamento del bicameralismo perfetto è ormai un dato acquisito dall`opinione pubblica, mentre c`è ancora da convincere quello schieramento conservatore, abbastanza trasversale, che è sempre stato e continua a essere contrario al cambiament. Poi, sulla base del testo proposto dal governo, il dibattito in Senato consentirà di sviluppare e perfezionare la proposta».
E l`Italicum?
«La legge elettorale è stata già approvata alla Camera e sarebbe curioso vedere chi si assume la responsabilità di chiamare il Paese al voto con ciò che resta del Porcellum. La proposta approvata alla Camera potrà avere qualche cambiamento, ma non credo che la sostanza possa essere messa in discussione».
Eppure c`è chi sostiene che il sì alla nuova legge elettorale è appeso all`esito del voto. Che dice?
«Sono teorie da respingere. A prescindere dal risultato elettorale, l`impianto della legge deve essere approvato. Senza dimenticare che quello che è stato un importante compromesso se viene messo in discussione rischia di incontrare nuovi macigni sulla sua strada».
Parliamo di Bari. Cosa prevedere per il dopo-Emiliano?
«Si sta per aprire una nuova stagione dopo quella che si è chiusa con Michele Emiliano. Bari è cambiata tanto e in meglio in questi anni. La candidatura di Decaro incarna la proiezione verso il futuro della città. Sono fiducioso. Il candidato del centrodestra, con tutto il rispetto dovuto, rappresenta un`idea di città che è abbondantemente alle nostre spalle. Gli altri incarnano istanze di protesta, ma senza proposta. Sarebbe auspicabile vincere al primo turno».
La situazione di marò in India. Ci sono novità?
«Certo, dopo il voto proporrò una ripresa immediata della nostra iniziativa parlamentare dopo che in India ci sono state le elezioni. Prenderemo contatti con i rappresentanti del Parlamento indiano per affrontare questa questione in modo definitivo. Non ci sono più scuse».

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