‘La comunicazione che il Premier Enrico Letta ha svolto oggi è per il Partito Democratico quel messaggio forte e chiarificatore che serviva, dopo l’annuncio delle dimissioni dei parlamentari e ministri del PdL e l’intensificarsi dei venti di crisi. Il discorso del Presidente del Consiglio è per il Partito Democratico pienamente condivisibile, corrisponde a domande e speranze molto diffuse nel Paese. La maggioranza dei cittadini, quelli che incontriamo tutti i giorni nei luoghi di lavoro e di studio, nelle imprese o nelle professioni chiede alla politica e al Governo stabilità, chiede risultati visibili e concreti’. Lo ha detto il senatore Claudio Martini, vicepresidente vicario del gruppo del Pd nel suo intervento nell’Aula di Palazzo Madama. ‘Tre cose sono ben chiare – ha proseguito Martini – La prima è che i cittadini non vogliono rotture al buio né tornare a votare con una legge che rende una chimera la maggioranza al Senato. La seconda è che i nostri concittadini non vogliono soluzioni di basso profilo, precarie, incapaci di reggere alla prova del governare. La terza è che i cittadini ci chiedono una reale determinazione nel fare le riforme, nel prendere i provvedimenti necessari. Senza esitazioni e rinvii. Due temi più di ogni altro sono chiari nella loro urgenza stringente. La legge di stabilità, che dovrà essere pronta entro pochi giorni; e la legge elettorale che superi il ‘Porcellum’, alla quale questo Senato, alla fine di luglio, ha assicurato con voto unanime la procedura d’urgenza. Per il PD sono i primi due impegni inderogabili, per i quali ci impegneremo con convinzione, e ad essi seguiranno gli altri. C’è dunque un percorso riconoscibile davanti a noi. Portare a compimento gli impegni strategici, le priorità del Governo; svolgere il nostro ruolo con la preparazione e lo svolgimento del Semestre di Presidenza italiana dell’Unione Europea; consolidare l’immagine e l’attrattività dell’Italia nel mondo. Tutto ciò sarà utile al Paese, ma anche per la democrazia e per la dignità della politica. Ecco perché in queste settimane abbiamo insistito perché si tenessero separate le vicende giudiziarie di chiunque dalla vita delle istituzioni e dalla prospettiva del Governo, che non si operassero strappi alle regole costituzionali, che lo stato di diritto non avesse interpretazioni di parte e che nessuna posizione fosse sovraordinata alla legge, di fronte alla quale tutti sono uguali, che andasse evitato l’esplodere di conflitti istituzionali, specie quelli tra politica e Magistratura e soprattutto contro il Quirinale. Da oggi niente sarà più come prima, al di là dell’esito del voto e ci auguriamo si possa ripartire, in modo migliore e con passo più spedito’.

Ne Parlano