La mia proposta firmata da altri 24 senatori Pd, compreso Zanda, è all’esame del Senato dal 2013
Il conflitto di interessi poteva essere inserito già nell`hallcum. Non è stato fatto per non mettere a rischio il patto del Nazareno. Ora «ben venga» l`impegno di affrontare finalmente la madre di tutte le battaglie nel centrosinistra. Purché, avverte Massimo Mucchetti, presidente della commissione Industria del Senato, minoranza Pd, primo firmatario di un disegno di legge sul tema, non sia una sorta di pressione per ammansire Forza Italia, «e non si allunghi il brodo con proposte troppo complesse per poi non fare nulla».
Il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi annuncia, in una intervista al Corriere, che il governo vuole affrontare il conflitto di interessi. Sarà veramente ‘la volta buona’?
«Era ora che Renzi se ne occupasse. La questione è all`esame delle Camere dall`inizio della legislatura. Il 20 giugno del 2013 ho presentato una proposta di riforma, assieme ad altri 24 senatori Pd, compresi il capogruppo Luigi Zanda e la vicepresidente di palazzo Madama Valeria Fedeli, che stabilisce l`incompatibilità dei parlamentari, estendibile ai membri del governo, non solo se sono presidenti o Ad di società partecipate o titolari di concessioni o licenze pubbliche, come prevedono già le leggi degli anni `50, ma anche se ne sono gli azionisti di controllo, di diritto o di fatto».
Non crede che questa svolta dipenda dal fatto che oggi, caduto il patto del Nazareno, si può prendere di petto un tema ostile a Berlusconi?
 «In effetti, il provvedimento è rimasto in sonno durante il governo Letta, inizialmente sostenuto da Fi, e finora durante il governo Renzi, che aveva stretto appunto ilpatto del Nazareno. La riprova l`abbiamo avuta quando si è deciso di non inserire la norma nell`Italicum: l`emendamento, che riprendeva la riforma, venne dichiarato inammissibile per estraneità dí materia. Fatico a capire come le incompatibilità economiche dei parlamentari possano essere estranee a una riforma elettorale… Ma è acqua passata».
 Secondo i maliziosi però la legge potrebbe essere brandita solo per ammansire Fi in vista dell`arrivo in Senato della riforma costituzionale.
«Andreotti, secondo il quale a pensar male si fa peccato ma si indovina, l`avrebbe potuto sospettare. Ma io non sono andreottíano. Fossi stato nei panni del ministro Boschi, invece, avrei evitato di prendermela con gli ex premier e gli ex leader del centrosinistra per non aver fatto nulla: anche questo esecutivo non è stato un fulmine di guerra e ha aspettato un momento conveniente per riparlare di conflitto di interessi. Ora è il momento di unire».
Perché la sua proposta prevede l`incompatibilità e non direttamente l`ineleggibilità o l`incandidabilità?
«Per evitare una decadenza burocratica e automatica. È più equo dare la facoltà all`eletto di scegliere entro 30 giorni se mantenere il mandato, e dunque vendere a terzi nel giro di un anno le partecipazioni azionarie, o se conservare l`impresa e decadere. Fuorviante sarebbe il blind trust, perché elimina l`influenza sulla gestione aziendale ma non la possibilità di usare la politica per i propri interessi patrimoniali». Ma quando ne11994 1a giunta per l`immunità si trovò davanti per la prima volta il caso Berlusconi lo dichiarò eleggibile, anche perché era il vincitore delle elezioni. Questa situazione potrebbe ripetersi con la sua riforma?
«No: nel `94 c`era, e c`è tuttora, una legge equivoca, che consente interpretazioni estensive o restrittive. Ma se la norma è chiara, l`Antitrust non avrà difficoltà ad accertare il conflitto. Il tema, d`altra parte, oggi non tocca più Berlusconi, ormai ex senatore. Va solo adeguata una legislazione ormai usurata».
Del conflitto di interessi si discute anche alla Camera. C`è un testo unificato, che in realtà non piace a nessun partito, ma da cui il governo dovrà ripartire. Come lo giudica?
 «Mi pare un testo lungo e composito che tuttavia non affronta la figura del parlamentare azionista. Mi auguro che il Senato non si tiri indietro davanti alle sue responsabilità di legislatore».

Ne Parlano