L’introduzione di due nuove ipotesi di reato, tra cui quella per la prostituzione coattiva e l’istituzionalizzazione del rapporto tra governo e enti locali per il contrasto alla prostituzione; carcere fino a dieci anni e multe fino a 50mila euro per chiunque obbliga qualcuno a prostituirsi, e reclusione fino a sei anni per chi recluta, induce e sfrutta la prostituzione: sono queste alcune delle principali novità contenute nel ddl presentato oggi a Palazzo Madama dal Pd per la disciplina dei reati connessi con il fenomeno della prostituzione e delle misure di integrazione sociale. Il ddl, a prima firma Pina Maturani, non istituisce alcuna forma di legalizzazione e parte dal presupposto che il 95% dei casi di prostituzione si compone dalla prostituzione coattiva in strada ed è su questa che si concentra la proposta, sotto gli aspetti dell’integrazione e del contrasto. Sul primo aspetto, l’articolo 1 del ddl prevede che Regioni ed enti locali promuovano interventi volti ad agevolare l’integrazione sociale, la formazione professionale e l’inserimento nel mondo del lavoro delle vittime di sfruttamento. Viene inoltre stabilito che al finanziamento di tali interventi concorra un Fondo ad hoc presso la Presidenza del Consiglio che, nel 2015, si prevede di 12 milioni di euro. All’articolo 2 si prevede l’istituzione di ‘tavoli cittadini’ per il contrasto e la prevenzione, con ‘funzioni consultive e orientative delle politiche sociali’ e istituiti a livello comunale. L’articolo 3, infine, disciplina due nuove fattispecie di reato modificando così il codice penale: il reato di prostituzione coattiva (con pena di reclusione da 5 a 10 anni) e il reato di reclutamento, induzione e sfruttamento della prostituzione (pena da 2 a 6 anni) in merito al quale viene inoltre parificata l’attività (dolosa) di chi è proprietario o gestore dei locali dove si esercita la prostituzione. Il testo prevede infine il sequestro dei patrimoni creati attraverso lo sfruttamento della prostituzione.

La prostituzione oggi e’ ‘sfruttamento della donna, tratta e schiavitù’. Il Partito democratico non vuole ‘regolamentare il fenomeno ma contrastarlo con prevenzione, inasprimento delle pene per chi sfrutta e soprattutto vuole un lavoro interistituzionale per cercare di portare le donne fuori dalla strada’ verso ‘una vita civile e dignitosa’. La sintesi e’ di Matteo Orfini, presidente dell’Assemblea del Pd, che questa mattina, insieme al capogruppo di Palazzo Madama, Luigi Zanda, ha presentato il ddl della senatrice Pina Maturani. ‘Ci sono diversi progetti firmati dal Pd ma questa e’ la proposta che mi sento di condividere di piu”, sottolinea Orfini. ‘Non siamo piu’ ai tempi di ‘bocca di rosa’, oggi la prostituzione e’ schiavitù. L’approccio politico più moderno e’ contrastarla, la legalizzazione la ritengo inaccettabile’. Sulla stessa linea Zanda: ‘Dobbiamo contrastare un fenomeno che e’ andato crescendo, un ddl come questo rappresenta un mattone della società che vogliamo in futuro’.

‘Il mondo attraversa una fase di cambiamento profondissimo che Bauman ha definito ‘interregno’. Andiamo verso tempi ignoti, di cui non conosciamo i confini. Tuttavia abbiamo il dovere e la responsabilità di plasmare questi nuovi tempi e di cercare di definirne i confini. In questa fase vi sono fenomeni che stanno assumendo consistente gravità e destano particolare preoccupazione. Tra di questi vi è la schiavitù che vediamo purtroppo rinascere e diffondersi in modo esponenziale in forme diverse. Ce ne è una ha contenuto di sfruttamento sessuale di donne e minori. È un crimine orrendo commesso certamente dalle mafie.

Ma come definire i sequestri di ragazze e il loro sfruttamento sessuale commesso da Boko Haram se non come riduzione in schiavitù? Siamo quindi – continua Zanda – davanti a un fenomeno enorme che è andato via via crescendo e non solo per fini economici. Se inquadriamo così il tema prostituzione, allora capiamo che i nostri ddl sono un mattone importante nella costruzione della nostra idea di società dove la difesa delle donne e dei minori è obiettivo centrale delle nostre proposte ma, sullo sfondo, di un più grande lavoro politico e parlamentare teso a costruire il loro domani’.