‘Bisogna intervenire con urgenza per evitare che i Comuni italiani, soprattutto quelli più virtuosi, continuino a essere penalizzati dal Patto di stabilità’.
Così la senatrice del Partito democratico Laura Puppato intervenendo in aula a fine seduta per rilanciare l’appello dei sindaci che attraverso una lettera all’ANCI hanno chiesto tempi rapidi per l’emanazione del decreto – legge degli enti locali. ‘E’ necessario procedere con l’emanazione del decreto sugli enti locali già predisposto dal Governo in accordo con l’Anci e d’intesa con la conferenza Stato-Regioni sottolinea Puppato – ma non basta e’ opportuno procedere con una revisione del patto di stabilità che consenta ai Comuni virtuosi di spendere le risorse che hanno a disposizione per offrire servizi adeguati ai propri cittadini non destinandole al Fondo di solidarietà nazionale che dovrebbe essere ad esclusivo carico dello Stato a favore dei comuni in deficit’.
‘Non posso analizzare le singole situazioni – spiega l’esponente pd durante l’intervento in aula – ma sono molti gli esempi che rendono evidente questa iniqua situazione che sta impedendo a tali enti di poter procedere con i bilanci del 2015, mettendo in campo un meccanismo che, dal punto di vista costituzionale, è in antitesi con quanto previsto sia dall’articolo 119, che prevede che i Comuni godano di propria autonomia finanziaria in entrata e in uscita. Nel 2014 si sono persi di fatto 625 milioni del fondo compensativo, che non sono stati ad oggi riconosciuti ma che risultano indispensabili per i 1.800 Comuni e i 30 milioni di abitanti di cui si parlava poc’anzi, per evitare che questi subissero una perdita di gettato nel passaggio dal regime IMU alle aliquote TASI’. ‘E’ necessario modificare quei meccanismi che condizionano e costringono i comuni virtuosi a immettere le proprie risorse economiche nel Fondo di solidarietà – conclude Puppato – che oggi viene completamente finanziato dai Comuni stessi, il che significa che ci sono amministrazioni locali che vivono solo delle proprie risorse e che sottraggono fondi dai propri bilanci per sostenere altri enti, in aperto contrasto con quanto prescritto dalla Costituzione’.

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