Parla il dirigente che lo acquistò
Il senatore Raffaele Ranucci nel 1989 era il presidente del settore giovanile della Roma, guidata da Dino Viola. Fu lui a ‘comprare’ Francesco Totti e a portarlo a Trigoria.
Ranucci, quanto è costato Totti alla Roma?
«Praticamente niente, visto che per averlo con noi girammo in prestito alla Lodigiani il cartellino di Cavezzi».
Come comunicò a Viola l`ingaggio di Francesco?
«Dissi all`ingegnere che avevamo tesserato un ragazzino di grandissime prospettive. E aggiunsi che lo avevamo strappato alla Lazio e al Milan, due società che non erano particolarmente simpatiche a Viola. E questo fece aumentare la sua soddisfazione».
E ricorda le prime parole che lei disse a Totti appena arrivato alla Roma?
 «Gli dissi le stesse cose che dicevo a tutti gli altri ragazzi, cioè ‘anche se siete alla Roma, pensate soprattutto a studiare perché il calcio potrebbe non essere la vostra professione futura’. Con Totti, ovviamente, erano parole di circostanza perché si vedeva che era di un`altra categoria…».
Chi glielo aveva segnalato?
«Giannini e Lupi, che erano i responsabili tecnici del nostro vivaio».
Si fidò a scatola chiusa?
 «Mi fidavo ciecamente di due persone così valide, però io andavo personalmente a vedere i giocatori e le partite».
La domenica mattina pre- sto sui campetti di periferia?
«Esatto. Totti, ad esempio, prima di portarlo alla Roma andai a vederlo due, tre volte quando giocava alla Lodigiani. Era uno spettacolo; anzi, era già uno spettacolo…».
La sorprende il Totti attuale?
«Assolutamente no. La sua arma in più è sempre stata la testa».

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