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Cosa è successo in questa settimana?

Sembra che il Governo sia tornato sulla terra e si sia accorto che i vincoli di bilancio non possono essere violati. Immediatamente lo spread è sceso (bene!) e le aspettative dei partiti della maggioranza si sono abbassate. Hanno fatto promesse false agli italiani, hanno vinto mentendo. Ma adesso si arrendono alla realtà, come ampiamente previsto.

Volevano chiudere l’ILVA e invece (meno male!) la terranno aperta secondo i nostri piani. Non a caso a Taranto stanno insultando Di Maio chiamandolo Gigino la Frottola e inseguendo per la strada i deputati Cinque Stelle che avevano promesso la chiusura dello stabilimento.
Vorrei dire che mi dispiace quando vediamo scene di questo genere, mi dispiace molto. Purtroppo è la naturale conseguenza di anni in cui noi siamo stati accusati falsamente di fare del male ai bambini tarantini: la storia ci insegna che i giacobini costruiscono patiboli sui quali prima o poi vengono giustiziati loro stessi. Così accadrà anche per le altre promesse folli dei Cinque Stelle, come sta già accadendo a Taranto. E alla fine la ruota gira e il tempo è galantuomo: chi dice la verità prima o poi viene scoperto, diceva Oscar Wilde.

Nel frattempo, in questa settimana, il Governo ci ha regalato varie perle.

  • Salvini ha attaccato i giudici perché non riconosce una sentenza che gli impone di restituire 49 milioni di euro rubati ai cittadini italiani. L’ex tesoriere di Bossi, Belsito, precisa che quando lui ha lasciato, quei soldi c’erano. E allora chi li ha spesi? Che fine hanno fatto? Salvini dice che lui non restituisce e attacca i magistrati perché tanto il popolo è con lui. Incredibile. Il ministro dell’interno che dice che i sondaggi contano più delle sentenze. Una domanda: ma i costituzionalisti e i commentatori che ci attaccavano sulla deriva autoritaria o sul combinato disposto? Tutti in ferie?
  • Toninelli ha mentito in Parlamento e in TV sulle presunte pressioni ricevute sul Ponte di Genova mentre Bonafede, bontà sua, ha mentito solo in Parlamento sui suoi rapporti con Lanzalone. Un governo di bugiardi. Il tentativo del Presidente del Consiglio Conte di fare tra il G7 e il G20 un concorso da ordinario alla Sapienza ha suscitato l’ironia di mezzo mondo (qui il NYT) ma fortunatamente è naufragato grazie allo scoop di una testata giornalistica straniera (Politico Europe) mentre il Governo si accingerebbe a obbligare alla chiusura tutti i negozi la domenica. La politica di Di Maio e dei suoi è chiara: meglio il reddito di cittadinanza che il lavoro a tempo determinato, più sussidi per tutti, chiusura domenicale con perdita stimata di 400mila posti di lavoro. Dico: ma che cosa hanno fatto di male i lavoratori a Di Maio? Perché ormai sta diventando un accanimento contro chi vuole lavorare. No a chi vuole lavorare, sì ai sussidi, chiusura la domenica: mi aspetto da un momento all’altro che Di Maio metta per decreto l’obbligo di siesta alle tre di pomeriggio.

Per tutti questi motivi io intendo combattere, giorno dopo giorno, per un’idea di Italia diversa.
Un’Italia dei doveri, non solo dei diritti
Un’Italia della solidarietà, non degli egoismi.
Un’Italia della cultura, non della rabbia.
Un’Italia della scienza, non dell’ignoranza.

Le elezioni ci hanno detto che siamo minoranza. Bene, anzi male. Lavoriamo per essere maggioranza, senza arrenderci, senza parlarci addosso.

Per questo ho ripreso a girare accolto da un affetto che sinceramente ha sorpreso anche me. Nonostante i commenti dei quotidiani o i troll sui social non mi sono mai dimenticato di quanto fosse forte il calore della nostra gente. A Ravenna come a Firenze, a Bologna, come a Milano ieri sera è stato bello tornare a incrociare i nostri sguardi.

Non parlo di congresso, di statuto, di regolamento. Non entro nel merito delle questioni del PD se non per augurarmi che si smetta con il fuoco amico, quel fuoco amico che per due volte mi ha attaccato alle spalle. Anche tra i nostri compagni di strada c’è stato chi ha perso più tempo ad attaccare me anziché attaccare i populisti. Come dico ovunque: avete fatto la guerra al Matteo sbagliato, compagni. Nonostante le ricostruzioni fantasiose di chi mi vorrebbe ogni giorno a parlare di correnti dentro al PD, io faccio altro. E come vedete dai discorsi di questi giorni fare altro significa invitare tutti a non essere rassegnati, a lottare, a smetterla con l’autoanalisi e iniziare con l’opposizione. Io non mi rassegno a lasciare l’Italia a questi cialtroni. E dunque combatto a testa alta e a viso aperto.

A chi ci crede rinnovo l’invito a venire alla Leopolda. Dal 19 al 21 ottobre.
Il tema: Ritorno al Futuro. E l’Italia ha molto bisogno di tornare a costruire futuro
Come ci si iscrive? Presto sul sito www.leopoldastazione.it
Come si fa per intervenire? Mandando un video che duri al massimo 59 secondi (non di più, modello Instagram) per offrire un’idea, per condividere una proposta, per lanciare un appello. Ferite da sanare, bellezza da diffondere, progetti da discutere: fate il vostro video con un semplice telefonino – non più di 59 secondi – e inviatecelo via email a [email protected]
Tutti sono i benvenuti come sempre alla Leopolda. Perché la Leopolda non è lo spazio di un partito o di una corrente ma un luogo dove crescono idee, proposte e coraggio. Prenotatevi per tempo perché dai primi segnali che abbiamo rischia di essere la Leopolda più partecipata di sempre.

Un sorriso,
Matteo
App Matteo Renzi

Ps Ho visto la prima partita del mondiale di volley con l’Italia che ha battuto il Giappone 3-0. Ho visto lo spettacolo del Foro Italico. Che bellezza quando l’Italia organizza eventi sportivi di questa portata. I mondiali in Italia si devono al grande lavoro di Carlo Magri, di Luca Lotti e di chi in anni non facili ci ha creduto. Un abbraccio a chi difende i colori azzurri. E un pensiero: prima o poi ci renderemo conto di quale assurdità è stata non fare le Olimpiadi a Roma? Prima o poi qualcuno chiederà scusa?


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