‘Voglio tornare sugli avvenimenti di ieri solo per ribadire quanto il Partito democratico ha avuto modo di affermare con coerenza e – mi sembra – massima trasparenza in questi ultimi giorni e che mi sembra appaia solo parzialmente dai resoconti odierni di alcuni giornali’. Così Francesco Russo, senatore del Pd e relatore ieri in Giunta del Regolamento a Palazzo Madama, torna sulla decisione assunta ieri di votare in aula in modo palese sulla decadenza di Silvio Berlusconi.
‘Quella della Giunta per il Regolamento sul voto palese o segreto, era ed è stata una decisione meramente tecnica. Nasceva dalla necessità, rilevata dal Presidente Grasso, di definire la ‘natura della deliberazione’ in un ambito di assoluta novità come quello dell’applicazione della legge Severino che per la prima volta costringe il Senato a votare sulla incandidabilità sopravvenuta (e, quindi, sulla decadenza) di un suo membro. Sulla base di quali elementi si è argomentato, quindi, in maniera a parer mio inequivocabile a favore del voto palese? Riassumo qui i due argomenti decisivi.
Negli ultimi 20 anni, a partire dalla votazione sull’autorizzazione a procedere nei confronti di Giulio Andreotti, e sulla scorta di un parere della Giunta per il Regolamento del 6 maggio 1993, il Senato (in parallelo con la Camera) si è progressivamente orientato per il voto palese. Sia quando si è trattato di verifica dei poteri (ex art 66 Cost) in cui le votazioni non vengono considerate relative allo status del parlamentare bensì alla regolare composizione dell’Assemblea, sia nei casi in cui la votazione abbia riguardato restrizioni importanti della libertà personale quali arresto, perquisizione, detenzione, intercettazioni, sequestro di corrispondenza, considerando in tali fattispecie prevalente non l’aspetto personale ma il rapporto fra i diversi Organi dello Stato.
Gli esempi? Sulle domande di autorizzazione ex art.68 della Costituzione, secondo e terzo comma ( i casi sopra citati), per ben 25 volte il Senato si è espresso a voto palese ( Mensorio 1995, Firrarello 1999, Marano 2001, Nocco 2004, Nessa 2005, De Gregorio 2012, Lusi 2012, De Gregorio 2012, nuovamente Firrarello 1999, Garraffa 2003 e 2004, Stanisci 2004, Vallone 2004, Alberti Casellati 2005, Vizzini 2005 e 2006, Valentino 2007, Dell’Utri 2009, Latorre 2009, Grillo 2009, Fuda 2011, Grillo 2011, Rutelli 2010, Gramazio 2010, Mastella 2012)!
Voglio poi ricordare che la Giunta per il Regolamento della Camera (cioè l’organismo ‘gemello’ di quello che ha deliberato al Senato) nel giugno 2007 ha svolto un procedimento pressoché identico a quello concluso ieri a Palazzo Madama pronunciandosi a favore del fatto che le elezioni contestate ‘chiamano direttamente e prioritariamente in causa la legittima composizione dell’Assemblea’, e confermando che ‘le votazioni in materia di verifica dei poteri, ineleggibilità, incompatibilità, e decadenza non costituiscono votazioni riguardanti persone’ e sono pertanto da svolgersi a scrutinio palese.
La decisione della maggioranza della Giunta -conclude Russo – è avvenuta in forza di fortissime argomentazioni che discendono solo dalla lettura delle norme e della prassi. Non è stato modificato nessun regolamento e non è stata creata nessuna nuova interpretazione ad hoc’.

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