«Renzi ha fatto la mossa del cavallo, ha riaperto i giochi su una questione che si stava pericolosamente chiudendo», commenta Giorgio Tonini, senatore Pd, cattolico, firmatario del ddl Cirinnà.
Renzi ha fatto due ipotesi o la via parlamentare, ma non si fida dell’MSs, o quella che appare più probabile con un accordo di maggioranza con l’Ncd. Che ne pensa?
«È la mossa del cavallo che ci voleva. La legge si era infilata su un binario morto, il Pd è rimasto solo e diviso. Ora si riaprono i giochi a tutto campo. E credo debbano restare aperte tutte le strade. L’importante è che ci sia la determinazione del Pd, anche per un’accordo con la maggioranza di governo, se dovesse servire a portare a casa la legge».
Non sarebbe una retromarcia?
«Qualcuno, nella minoranza dem, aveva accusato Renzi di non metterci la faccia o la stessa determinazione che aveva avuto sulla legge elettorale o altre riforme. Ecco, ora in un modo o nell’altro la legge si deve approvare, sei anni dopo la sentenza della Consulta che ci chiedeva delle regole. Non si può aspettare un’altra legislatura».
Un’accordo con l’Ncd implica lo stralcio della stepchild adoption. Apre un fronte con la sinistra Pd?
«Renzi non ha chiuso le strade, infatti dai 5 Stelle stanno arrivando rassicurazioni di tutti i tipi. L’M5s è tornato a inseguire il Pd e non viceversa. Ora capiscono che può essere controproducente se dovesse saltare tutto, quindi potrebbero cercare un accordo».
Non è scontato l’accordo con l’Ncd?
«Renzi non ha chiuso con l’M5s ma allo stesso tempo ha sfidato l’Ncd. Perché Alfano aveva rimproverato il Pd di avventurarsi alla ricerca di un’accordo con l’M5s e non con l’alleato di governo. Ecco, ora vediamo che fa».
Si può porre la fiducia su un tema che riguarda i diritti?
«La fiducia è l’estrema ratio, vuol dire che siamo disposti persino a porla come si è fatto sulla legge elettorale. E raccoglie anche la sollecitazione della minoranza che aveva chiesto maggiore determinazione. Da parte di Renzi è una prova di leadership, essere disposti a mettere in campo tutto pur di portare a casa la legge».
L’Ncd potrebbe chiedere anche modifiche ulteriori sugli articoli 2 e 3, snaturando il ddl Cirinnà.
«Vedremo entrando nel merito nelle prossime ore. Io ho contribuito a scrivere il ddl Cirinnàe sono pronto a votare la stepchild, non ho problemi. Ma bisogna fare i conti con i numeri in Parlamento: se ci sono, bene, se non ci sono nessuno può sostenere che se non c’è la stepchild deve saltare tutto, per principio. Così non ci saranno le unioni civili e restiamo indietro. I tribunali la stepchild adoption la concedono già, però non c’è il riconoscimento giuridico delle unioni delle coppie omosessuali e anche delle convivenze fra eterosessuali».
I centristi potrebbero voler eliminare la reversibilità della pensione, se venissero toccate quelle per le vedove. Un altro punto in meno?
«Se mai venisse tolta la reversibilità per tutti lo sarebbe anche per le unioni civili, ma non è all’ordine del giorno. Il tema è dare alle coppie gay gli stessi diritti sociali che hanno le coppie etero, negarli andrebbe incontro auna censura costituzionale. E poi, come presidente della commissione Bilancio al Senato, assicuro che le risorse necessarie alla reversibilità per le unioni civili sono minime».


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