‘Ci sono due ragioni politiche e istituzionali per le quali il governo dovrebbe essere tenuto al riparo dalla sentenza. La prima e’ che la giustizia non puo’ condizionare l’agire della politica, e viceversa; la seconda sta nel fatto che le ragioni che hanno portato alla nascita di un governo di necessita’ non sono venute meno. Anzi’. Lo afferma il capogruppo del Pd al Senato Luigi Zanda in un’intervista a ‘La Stampa’. Zanda sottolinea che una condanna di Silvio Berlusconi al processo Mediaset non significherebbe di per se’ la rottura del patto di governo col Cavaliere, ma i rischi sono connessi agli ‘atteggiamenti del Pdl’, se avra’ ‘reazioni eversive, non potremmo che prender atto del venir meno di elementi di principio costitutivi dello stare assieme’. ‘Sono settimane che dal Pdl si alzano voci che allarmano, ogni giorno c’e’ qualcuno che minaccia uno sfracello. La Cassazione non si e’ ancora riunita e gia’ si annunciano rotture, ci si predispone a rese dei conti con la magistratura e chissa’ chi altro.’In questo Paese – aggiunge Zanda – abbiamo gia’ assistito una volta all’occupazione di un Palazzo di giustizia e a reazioni di fatto eversive, successive a questa o quella sentenza. Ecco, di fronte ad atteggiamenti cosi’ non potremmo che prender atto del venir meno di elementi di principio costitutivi dello stare assieme’. E di fronte all’ipotesi che il Senato, nel recepire un’eventuale sentenza di condanna, voti la decadenza da senatore di Berlusconi, Zanda afferma: ‘Da quando è nato, e in ogni sede, il Pd e i suoi esponenti hanno sempre rispettato e dato corso alle decisioni della magistratura’.

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