‘Dall’economia alla legge elettorale si possono trovare intese. Andiamo avanti un passo alla volta’
«Senza il Pd non si fa nessun governo? È lapalissiano». Luigi Zanda, il capogruppo democratico al Senato, è per la strategia «un passo alla volta».
Napolitano invita a larghe intese, presidente Zanda?
«Non mi sembra che Napolitano abbia parlato dell’attualità politica. Commemorando Chiaromonte, in un bellissimo intervento, il presidente della Repubblica ha ricordato che durante una stagione tragica per l’Italia, con l’inflazione a due cifre e il terrorismo sanguinoso, il paese ha retto per l’intesa tra Moro e Berlinguer. Non mi pare abbia fatto riferimenti al 2013».
Tutti però l’hanno inteso così. Forse è un invito a prendere atto dell’emergenza italiana e ad avere il coraggio di un governo di unità nazionale?
«Siamo oggi di certo in una situazione difficile e rischiosa nella quale la disoccupazione galoppa e la crisi ha dimensioni non solo nazionali, ma mondiali. Ma le decisioni sul prossimo governo saranno prese dal nuovo presidente della Repubblica e da chi sarà incaricato di formare il governo».
Bersani insiste sul “no” al governissimo, il Pd andrà avanti così?
«Personalmente penso che vi sia un larghissimo campo per decisioni condivise dal numero più vasto delle forse politiche in Parlamento. Penso alla riduzione del numero dei parlamentari, al nuovo Senato, ai regolamenti parlamentari, alla legge elettorale e soprattutto alle decisioni economiche strategiche. Decidere la costruzione del Ponte sullo Stretto ad esempio, che impegna con costi esorbitanti l’Italia per una ventina d’anni è una decisione che andava presa a larghissima maggioranza perché riguarda molte legislature. Berlusconi ha sbagliato a prenderla da solo».
Difficili le larghe intese, però?
«Le maggioranze si formano quando si condividono la linea di politica economica e tributaria, la politica di sicurezza, la giustizia, le questioni della scuola e della ricerca. Lasciamo che questo nodo sia sbrogliato dal nuovo presidente del Consiglio incaricato e dal nuovo capo dello Stato».
Lei vede allontanarsi l’impresa di Bersani di guidare un governo di cambiamento e più vicino un governo cosiddetto di transizione?
«Ritengo che un governo di legislatura, un governo di transizione, un governo di scopo sono tutte formule che devono partire dalla considerazione che il Pd ha la maggioranza assoluta della Camera e relativa del Senato». Senza il Pd non si fa niente, insomma? «Mi sembra lapalissiano».
Nelle assemblee dei gruppi democratici darete via libera all’insediamento delle commissioni parlamentari?
«Il Parlamento sta già lavorando. Finora alla costituzione delle commissioni la capigruppo ha detto “no”. Tuttavia ne riparleremo, però senza minacce di occupazione delle aule. In Parlamento si discute». (g.c.).

Ne Parlano