Sono otto le custodie cautelari e una trentina gli indagati per un’illecita gestione degli appalti
Il premier Renzí vuole occuparsi direttamente del caso Expo, e fa bene. Non saprei dire quali nostre perduranti incertezze politiche, debolezze economiche, turbolenze sociali potrebbero tenere in vita il giudizio dei Paesi cosiddetti ‘al sicuro’ sulle nostre capacità di trarci dalla crisi, come stiamo laboriosamente facendo, più di quanto accadrebbe se lo scandalo ipotizzato all`interno dell`Expo avesse un fondamento reale. Da molte cose l`Italia potrebbe difendersi rivendicando gli sforzi variamente profusi per contenere e risolvere una temperie di natura anche civile e morale, divenuta espressione di ‘ciò che siamo e possiamo’, stupendo il mondo per l`ostinato, universale valore su cui abbiamo fondato la più emblematica e vitale garanzia della nostra recuperata identità nazionale: l`Expo, appunto, cui ‘l`Europa che conta’ ha fin qui risparmiato i pessimismi espressi, ad esempio, per la fantomatica costruzione del ponte sullo Stretto. Ma se una futura icona della nostra modernità, dopo aver già raccolto l`adesione operativa di 150 Paesi – e riscosso l`ammirazione di tutti quelli emergenti – dovesse venir meno alla più colossale, coraggiosa, consapevole prova di maturità civile e politica, industriale e culturale della nostra contemporaneità, temo che sarebbe un danno dalle conseguenze oggi incalcolabili anche se già conducibili ai motivi per i quali la magistratura milanese ha disposto otto indagini preliminari nell`ambito di un`inchiesta sugli appalti che configura ipotesi di «truffa», «turbativa d`asta» e «falso».
Avvezza a dover prendere atto delle trasgressioni le più ignobili tra quante ne produce un sistema surrettizio che sembra aver perduto le norme di un`etica collettiva, questa Italia ha di fronte molte e significative riforme e non possiamo non dirci pronti a vederle nascere, e compiersi, se non al prezzo di chiudere le porte, chissà come e per quanto tempo, al domani dei nostri figli. Ecco perché ci solleva l`idea che Matteo Renzi si sia subito impossessato del problema. A tutt`oggi, si tratta di una dovuta, drastica procedura giudiziaria, ma quando per indifendibili marchingegni restasse lesa la promessa, nientemeno, di un nuovo ‘rinascimento italiano’, si creerebbe un colossale diaframma con la realtà. È uno scenario che il Paese deve mettere nel conto di una ritrovata dignità nazionale. Un valore che non si taglia, men che meno, per conto terzi. Il ‘salva Expo’, come lo chiama il Corriere, è all`opera: ritroviamoci, intanto, nella difesa di una comune decenza.

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