«Quello che non va giù ai sindacati sono i 200 milioni aggiuntivi per premiare gli insegnanti meritevoli. I sindacati vorrebbero inserirli nella contrattazione, decidere loro, in pratica, come erogarli». Nel giorno del durissimo botta e risposta tra il ministro Maria Elena Boschi e la Cgil, Francesca Puglisi, responsabile nazionale del Pd per la Scuola, non tira indietro la gamba.
Senatrice, i toni sono alti.
«Da parte del Pd non c`è alcun disprezzo della democrazia. Questa riforma vuol solo riaffermare la centralità della scuola».
Nel mirino c`è il ruolo manageriale che la riforma assegna ai presidi. «Crediamo sia indispensabile fissare dei momenti di valutazione del lavoro svolto. Investiamo oltre tre miliardi di euro, non possiamo pensare che non ci siano dei responsabili che rendano conto alla collettività di come vengono spesi questi soldi: saranno i dirigenti scolastici a farlo. Succede in tutti gli altri comparii pubblici: se va in ospedale, è il primario che risponde per i medici; la caposala per gli infermieri».
Davvero crede che la scuola sia in mano ai sindacati?
«I sindacati volevano che i 200 milioni di euro aggiuntivi, stanziati per i docenti meritevoli, entrassero a far parte della contrattazione. Invece a decidere sarà il dirigente scolastico, con un comitato di valutazione (introdotto nelle ultime modifiche in commissione) in cui ci saranno docenti, un genitore e uno studente».
Sostiene insomma che i sindacati temano di perdere potere?
«Esatto. E questa novità non è vista di buon occhio».
Vendola dice che la riforma umilia gli insegnanti.
«Sbaglia di grosso, crediamo sia proprio il contrario. Non si può scambiare la volontà di valorizzare il merito, con quella di umiliare le persone. Siamo l`unico Paese d`Europa che ha solo gli scatti di anzianità come meccanismo premiale. Vogliamo assumere 100mila persone, investire, tra l`altro, 40 milioni per la formazione e 90 milioni per laboratori territoriali e innovazione tecnologica negli istituti».
Dove troverete le risorse?
«Sono già stanziate: un miliardo per la prima parte dell`anno scolastico 2015 e altri tre per i successivi».
Eppure a migliaia sono scesi in piazza per protestare, il 5 maggio scorso.
«Io credo – e me ne assumo parte della colpa, in quanto sono responsabile Scuola per il partito che ci sia stato un deficit di discussione. Iniziando dai precari delle graduatorie di esaurimento, stiamo dando l`opportunità a decine di migliaia di persone di lasciarsi alle spalle una vita precaria. Investiamo, non tagliamo come hanno fatto i governi precedenti».
Non temete per le elezioni regionali, visto che il mondo della scuola è un bacino in genere favorevole al Pd?
«Governare è avere il coraggio del cambiamento, e comporta comunque un prezzo. Nelle scuole ci sono innovatori coraggiosi che lavorano tutti i giorni per il bene degli studenti: andiamo avanti perché crediamo che queste persone vadano sostenute».
Senatrice, i toni sono alti.
«Da parte del Pd non c`è alcun disprezzo della democrazia. Questa riforma vuol solo riaffermare la centralità della scuola».
Nel mirino c`è il ruolo manageriale che la riforma assegna ai presidi. «Crediamo sia indispensabile fissare dei momenti di valutazione del lavoro svolto. Investiamo oltre tre miliardi di euro, non possiamo pensare che non ci siano dei responsabili che rendano conto alla collettività di come vengono spesi questi soldi: saranno i dirigenti scolastici a farlo. Succede in tutti gli altri comparii pubblici: se va in ospedale, è il primario che risponde per i medici; la caposala per gli infermieri».
Davvero crede che la scuola sia in mano ai sindacati?
«I sindacati volevano che i 200 milioni di euro aggiuntivi, stanziati per i docenti meritevoli, entrassero a far parte della contrattazione. Invece a decidere sarà il dirigente scolastico, con un comitato di valutazione (introdotto nelle ultime modifiche in commissione) in cui ci saranno docenti, un genitore e uno studente».
Sostiene insomma che i sindacati temano di perdere potere?
«Esatto. E questa novità non è vista di buon occhio».
Vendola dice che la riforma umilia gli insegnanti.
«Sbaglia di grosso, crediamo sia proprio il contrario. Non si può scambiare la volontà di valorizzare il merito, con quella di umiliare le persone. Siamo l`unico Paese d`Europa che ha solo gli scatti di anzianità come meccanismo premiale. Vogliamo assumere 100mila persone, investire, tra l`altro, 40 milioni per la formazione e 90 milioni per laboratori territoriali e innovazione tecnologica negli istituti».
Dove troverete le risorse?
«Sono già stanziate: un miliardo per la prima parte dell`anno scolastico 2015 e altri tre per i successivi».
Eppure a migliaia sono scesi in piazza per protestare, il 5 maggio scorso.
«Io credo – e me ne assumo parte della colpa, in quanto sono responsabile Scuola per il partito che ci sia stato un deficit di discussione. Iniziando dai precari delle graduatorie di esaurimento, stiamo dando l`opportunità a decine di migliaia di persone di lasciarsi alle spalle una vita precaria. Investiamo, non tagliamo come hanno fatto i governi precedenti».
Non temete per le elezioni regionali, visto che il mondo della scuola è un bacino in genere favorevole al Pd?
«Governare è avere il coraggio del cambiamento, e comporta comunque un prezzo. Nelle scuole ci sono innovatori coraggiosi che lavorano tutti i giorni per il bene degli studenti: andiamo avanti perché crediamo che queste persone vadano sostenute».