IL PATTO PER LA SCUOLA PRESENTATO DAL SOTTOSEGRETARIO ROBERTO REGGI CON UN`INTERVISTA, oggi, ricalca gli impegni che ci eravamo assunti con gli elettori alle scorse elezioni politiche: aule aperte tutto il giorno per permettere agli studenti di vivere la scuola come la propria casa, dove tornare a studiare da soli o in compagnia, trovando libri e pc che non tutti (a casa) hanno, per fare musica e sport.
Spalancare definitivamente quelle porte il pomeriggio, che nella maggioranza dei casi vengono tristemente chiuse allo scoccare della campanella, costituirebbe il primo intervento «sblocca Italia» che attendiamo da anni.
 La proposta del governo Renzi intende dare valore all`autonomia scolastica e alla professionalità dei docenti, dando piena libertà di organizzazione della didattica, e chi tuona preventivamente contro, affiancando questa riforma ai pasticci montiani sulla scuola, sbaglia.
 L`ex ministro Profumo propose 24 ore di lezione frontale per tutti gli insegnanti a parità di stipendio e lezioni estive per gli studenti più bravi (poveretti!). Da quanto ho letto nell`intervista fatta a Reggi, invece, chi sceglie che parte del tempo che spende oggi a casa per correggere i compiti, preparare le lezioni, formarsi, decide di farlo a scuola, oppure chi intende occuparsi di orientamento degli studenti o di coordinamento e di programmazione delle attività didattiche, riceverà una retribuzione aggiuntiva.
Sono fatti salvi gli scatti di anzianità per tutti, e ad oggi l`Italia è l`unico Paese che ha questo come unico sistema di integrazione salariale e di progressione di carriera dei docenti. Come possiamo fare progetti di intervento individualizzati per far sì che tutti gli studenti e le studentesse, non uno di meno, possano raggiungere il proprio successo formativo e scolastico, se non utilizziamo appieno quella grande riforma fatta dal centro sinistra, che è l`autonomia scolastica?
Oggi un insegnante alle 18 ore di lezione «frontale», ne aggiunge altrettante di lavoro a casa, che nessuno gli riconosce. Ancora: non ci siamo sempre lamentati del lavoro volontario che già oggi alcuni docenti fanno per migliorare la qualità della scuola, senza ricevere alcun riconoscimento, se non le briciole che restano nel Fondo di Istituto?
Oggi il reclutamento dei docenti è un accavallarsi di diritti pregressi e riforme contraddittorie che si sovrappongono, e che fanno arrivare i docenti all`immissione in ruolo sfibrati da anni di precariato.
Esaurire definitivamente le graduatorie e dare regolarità ai concorsi a cui potranno accedere gli abilitati, mi sembra una soluzione da Paese civile e un traguardo raggiungibile, visto il gran numero di pensionamenti che ci sarà nei prossimi anni.
E poi, possiamo discutere dell`uscita a 18 anni dal punto di vista dei ragazzi, assicurando che non ci sarà un taglio nel numero dei posti di lavoro?
Immaginiamo… Classi meno affollate, organico funzionale, laboratori che potranno tornare a funzionare. Ecco, immaginiamo una scuola nuova, moderna, europea, in edifici dotati di nuovi spazi progettati per l`apprendimento e dove è possibile utilizzare le nuove tecnologie.
 Il cantiere della scuola è aperto. È il metodo Renzi: si lancia l`idea di riforma, si apre la discussione nel Paese e poi si tirano le somme con provvedimenti concreti, assieme al Parlamento. Serviranno nuove risorse, sicuramente.
I «gufi» dicevano che non avremmo trovato neppure quelle per gli 80 euro in busta paga. Ripensare ad un rinascimento italiano, puntando sulla cultura e l`istruzione, forse questa volta si può. Non sciupiamo questa occasione e partecipiamo senza preconcetti alla discussione.

Ne Parlano