«Il provvedimento non verrà ritirato, questo sia chiaro a tutti. Né ci sarà un rinvio sine die». Francesca Puglisi, responsabile scuola del Pd e relatrice in commissione Istruzione del Senato chiarisce l`iter del provvedimento.
Senatrice avete chiesto un rinvio dell`esame del ddl in Commissione. La riforma è a rischio?
«La richiesta è legata alla necessità di ridurre gli emendamenti. Non c`è nessuna intenzione di far saltare tutto».
C`è chi parla di «vendetta» di Renzi contro l`ostruzionismo di questi mesi. È così?
«Non scherziamo. C`è un dato oggettivo che deve essere considerato. Alla Camera sono stati presentati 5mila emendamenti. Al Senato sono tremila o si riducono o l`approvazione del testo rischia di slittare a luglio inoltrato».
E quindi?
«E evidente non sarà sufficiente un mese di tempo per far entrare in vigore la riforma e le relative assunzioni a settembre».
Si riuscirà a ridurre gli emendamenti?
Noi stiamo facendo la nostra parte. La maggioranza ne ha presentato 334, stiamo cercando di ridurli a dieci».
Salvando comunque le modifiche annunciate, come la revisione della composizione delle commissioni di valutazione?
«Certo. Si sta riducendo al massimo. Ma spetta al presidente della Commissione valutare come procedere. Il punto, come ha ribadito il premier, è uno: c`è da capire se esiste una responsabilità collettiva di andare avanti. Noi faremo la nostra parte».
Lo stralcio del capitolo assunzioni non è ipotizzato?
«Assolutamente no. Chi punta a questo sbaglia di grosso. L`articolo 10, la spina dorsale del provvedimento, è fondamentale ma solo se viene approvato tutto il resto. Come si potenziano le materie e si forma l`organico funzionale senza l`approvazione di tutto il ddl buona scuola? Ogni articolo è funzionale all`altro. Il provvedimento va tenuto tutto insieme. Non può essere ridotto ad uno spezzatino. La scuola non è un assumificio».
L`annuncio di Renzi è stata una doccia fredda per i precari. Il numero di immissioni in ruolo nell`ipotesi in cui si rinvii di un anno l`entrata in vigore del ddl è esiguo.
«Si tratta di poco più di 30mila docenti».
Rispetto a 100mila, c`è una bella differenza.
«Insisto l`articolo 10 non si stralcia. L`abbiamo detto fin dall`inizio, non c`è nessuna inversione di rotta. Il punto è che ci troviamo di fronte a un bivio: o ci assumiamo una responsabilità collettiva o si slitta di un anno».
Come andrà a finire?
«Io per natura sono positiva. Certo la riduzione degli emendamenti richiede del tempo ma se si vuole davvero si fa».
È stato ipotizzato un tetto massimo di proposte di modifiche?
«Personalmente ritengo che il numero non debba superare quota 250-300. Non dimentichiamoci che deve essere approvato in commissione, in aula e poi tornare alla Camera per la terza lettura».
Inevitabile che slitti tutto di un anno
«I tempi certo sono stretti. Questo è un dato certo».
Il premier ha annunciato per i primi di luglio una conferenza nazionale sulla scuola. Perchè un nuovo confronto e perchè ora?
«Noi non ci stanchiamo mai di confrontarci. Non smettiamo mai di ascoltare il mondo della scuola».
Non tutti la pensano così.
«Si è detto di tutto. Ma non sempre si è sottolineato che questo ddl stanzia tre miliardi per la scuola, fa 100mila assunzioni, contrasta la dispersione scolastica, accompagna i ragazzi al proprio successo formativo, dà piena attuazione all`autonomia scolastica. Potenzia l`alternanza scuola-lavoro, valorizza il merito. Lo slittamento dell`entrata in vigore è una occasione sciupata per tutti».
Senatrice avete chiesto un rinvio dell`esame del ddl in Commissione. La riforma è a rischio?
«La richiesta è legata alla necessità di ridurre gli emendamenti. Non c`è nessuna intenzione di far saltare tutto».
C`è chi parla di «vendetta» di Renzi contro l`ostruzionismo di questi mesi. È così?
«Non scherziamo. C`è un dato oggettivo che deve essere considerato. Alla Camera sono stati presentati 5mila emendamenti. Al Senato sono tremila o si riducono o l`approvazione del testo rischia di slittare a luglio inoltrato».
E quindi?
«E evidente non sarà sufficiente un mese di tempo per far entrare in vigore la riforma e le relative assunzioni a settembre».
Si riuscirà a ridurre gli emendamenti?
Noi stiamo facendo la nostra parte. La maggioranza ne ha presentato 334, stiamo cercando di ridurli a dieci».
Salvando comunque le modifiche annunciate, come la revisione della composizione delle commissioni di valutazione?
«Certo. Si sta riducendo al massimo. Ma spetta al presidente della Commissione valutare come procedere. Il punto, come ha ribadito il premier, è uno: c`è da capire se esiste una responsabilità collettiva di andare avanti. Noi faremo la nostra parte».
Lo stralcio del capitolo assunzioni non è ipotizzato?
«Assolutamente no. Chi punta a questo sbaglia di grosso. L`articolo 10, la spina dorsale del provvedimento, è fondamentale ma solo se viene approvato tutto il resto. Come si potenziano le materie e si forma l`organico funzionale senza l`approvazione di tutto il ddl buona scuola? Ogni articolo è funzionale all`altro. Il provvedimento va tenuto tutto insieme. Non può essere ridotto ad uno spezzatino. La scuola non è un assumificio».
L`annuncio di Renzi è stata una doccia fredda per i precari. Il numero di immissioni in ruolo nell`ipotesi in cui si rinvii di un anno l`entrata in vigore del ddl è esiguo.
«Si tratta di poco più di 30mila docenti».
Rispetto a 100mila, c`è una bella differenza.
«Insisto l`articolo 10 non si stralcia. L`abbiamo detto fin dall`inizio, non c`è nessuna inversione di rotta. Il punto è che ci troviamo di fronte a un bivio: o ci assumiamo una responsabilità collettiva o si slitta di un anno».
Come andrà a finire?
«Io per natura sono positiva. Certo la riduzione degli emendamenti richiede del tempo ma se si vuole davvero si fa».
È stato ipotizzato un tetto massimo di proposte di modifiche?
«Personalmente ritengo che il numero non debba superare quota 250-300. Non dimentichiamoci che deve essere approvato in commissione, in aula e poi tornare alla Camera per la terza lettura».
Inevitabile che slitti tutto di un anno
«I tempi certo sono stretti. Questo è un dato certo».
Il premier ha annunciato per i primi di luglio una conferenza nazionale sulla scuola. Perchè un nuovo confronto e perchè ora?
«Noi non ci stanchiamo mai di confrontarci. Non smettiamo mai di ascoltare il mondo della scuola».
Non tutti la pensano così.
«Si è detto di tutto. Ma non sempre si è sottolineato che questo ddl stanzia tre miliardi per la scuola, fa 100mila assunzioni, contrasta la dispersione scolastica, accompagna i ragazzi al proprio successo formativo, dà piena attuazione all`autonomia scolastica. Potenzia l`alternanza scuola-lavoro, valorizza il merito. Lo slittamento dell`entrata in vigore è una occasione sciupata per tutti».