Questi mesi devono essere dedicati alla ricostruzione di un politico che in larga parte è stato disatteso». All`indomani dell`elezione di Epifani alla guida del Pd, la senatrice Laura Puppato, nei giorni scorsi tra i più critici con le larghe intese, è a Dublino, al gruppo interparlamentare europeo che si occupa di ambiente ed energia. Sabato, in Assemblea, ha fatto un intervento dal palco ma non ha potuto votare, in quanto ospite e non delegata. «Se avessi avuto diritto di voto, penso che mi sarei astenuta come hanno fatto in tanti. A parte l`apprezzamento personale per Epifani, che mi sembra una persona equilibrata e con esperienza, non c`è ancora ragione per dire che otterremo gli obiettivi necessari. E non è tempo di essere solo fideisti».
Gli obiettivi che vede come necessari per il Pd sono chiari: «Quello che da molti viene chiesto al nuovo segretario è di portarci a un congresso che demolisca le correnti, che sono il nostro fardello, e che
spesso hanno fatto perdere di vista il progetto del Pd. E poi, un`altra richiesta molto forte, è che non cancelli la nostra storia recente. Ciò che è accaduto deve trovare soluzione». Il fatidico voto fallito per Prodi al Quirinale: «Non possiamo nascondere la polvere sotto il tappeto. Come nelle famiglie, se lo si fa i problemi poi si ripropongono, e in maniera ancora più grave». I famosi (e misteriosi) 101 franchi tiratori restano una ferita che brucia. Tanto che proprio lei, sabato, nel corso del suo intervento, li ha tirati in ballo. Un lapsus l`ha portata a parlare di governo D`Alema anziché Letta, e al brusio in sala ha risposto «forse perisavo ai 101…». «Massimo mi ha scritto un sms dicendo di esserci rimasto male, che lui non è in Parlamento e non può essere colpa sua. Dice che l`analisi di un complotto per il governissimo a suo giudizio è sbagliata, e mi offre di parlarne
insieme». E lei gli ha risposto: «Sono contenta di parlarne e ascolterò la tua ipotesi. Ma tieni presente che ne parlano tutti. Non ci sono le prove ma purtroppo neanche i nomi, e questo alimenta rabbia e cattivi pensieri».
Ora, dice, è «iniziata una nuova stagione. Mi aspetto mesi di grande apertura, di discussione, senza pre-riunioni e capibastone, con indirizzi comuni chiari. Ma oltre a noi, ci sono anche gli obiettivi che dobbiamo esprimere rispetto a un governo che è una coabitazione obbligata: dobbiamo fare un lavoro proficuo per l`Italia,
che percorra le strade di cui siamo rappresentanti, e occuparci di ridistribuzione del reddito, riconversione ambientale, lotta alla corruzione…». E se il segretario fallisse nei compiti che lei, e molti, vedono come necessari? «Non voglio nemmeno pensarci. Non possiamo fallire».

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