“La legge quadro 394/91 sulle aree protette che oggi modifichiamo è stata una normativa straordinaria per l’epoca, che ha portato a tutelare, con diverse declinazioni, quasi il 60 per cento del territorio italiano. Ma andava aggiornata, perché è stata spesso percepita come un vincolo e perché mancava di strumenti economici ed operativi per valorizzare le risorse dei parchi”. Lo dice la senatrice Laura Puppato, capogruppo del Pd nella Commissione Ecomafie.
“Per i vertici – continua Puppato – si prevedono nuove capacità manageriali e per gli enti nuove modalità di finanziamento che si aggiungono ai fondi statali: il riconoscimento dei servizi forniti dagli ecosistemi e del valore del capitale naturale. I parchi delle isole minori potranno godere di un contributo di sbarco, mentre gli enti parco saranno tra i beneficiari del cinque per mille. Le attività già esistenti sul territorio del parco dovranno versare royalty all’ente, anche per contribuire alla mitigazione dei relativi impatti ambientali. Il governo dovrà indicare termini e regole per l’utilizzo commerciale del ‘marchio’ del parco. Abbiamo vietato la caccia selettiva dentro i parchi, prima prevista come eccezione ma praticata. Cambiano le modalità di nomina dei vertici, per superare casi vergognosi come il Parco delle Dolomiti, senza presidente da un anno e mezzo per i conflitti tra Stato e Regione. In deroga ad ogni altra disposizione, ogni parere, intesa, pronuncia o nulla osta da parte della pubblica amministrazione verso i gestori dei parchi dovrà avvenire entro 60 giorni. Infine la ciliegina sulla torta – conclude Puppato – è l’istituzione del Parco interregionale del Delta del Po, la Camargue italiana”.