Siamo sempre in ritardo. La Palestina non può restare una terra strappata a un altro territorio
«La mozione del Pd arriva tardi, abbiamo sempre avuto il timore di mettere il dito nella piaga». Laura Puppato, senatrice dem, un armo fa ‘congelò’ una mozione per il riconoscimento dello Stato palestinese, che era sul punto di presentare in Senato, per evitare tensioni nel partito. Ora chiede che i Dem vadano avanti spediti e senza compromessi.
Puppato, la mozione sul riconoscimento dello Stato della Palestina davvero divide il Pd?
«Il fatto che si decida intanto è un punto importante. Ho notato molta resistenza e difficoltà ad esprimere chiaramente una linea su questo per le mille e più ragioni, anche per il senso antico di colpa nei confronti degli ebrei che però non può consentire di ignorare angherie e barbarie israeliane. Non c`è confronto nella proporzione di armamenti e forze messe in campo. Possibile che non ci si renda conto della tragedia impari vissuta da quel popolo palestinese che si è visto espropriato di tutto?».
Lei è filopalestinese e poco disposta alle ragioni degli israeliani?
«Amo gli israeliani e gli ebrei, ho amici ebrei. Ma penso non si possa più diluire nel tempo l`attesa che lo Stato palestinese debbaesistere come Stato, comepaeseenonsolo come terreno rinchiuso tra due fuochi, come lembo di terra strappato a un altro lembo di territorio. Ho incontrato con Giorgio Tonini circa un anno fa la consigliera d`ambasciata palestinese Mai Alkaila.Aluglioho presentato in aula la ‘cartolina’ della Palestina così com`è, con un territorio ridotto al 12% rispetto a quello che era ne11947 dopo il piano di ripartizione delle Nazioni Unite. C`è stata l`interrogazione con un gruppo di 24 senatori dem, sempre in luglio. Per timore di mettere il dito in una piaga che non si è risanata in Europa e che ha visto la tragedia immane della Shoah, non si può però essere afoni».
Dentro il Pd è necessario mediare. Si fa fatica ad elaborare la mozione?
«Posso crederlo. Tuttavia l`Italia deve premere più di chiunque sull`Europa perché si faccia portavoce di un`esigenza di pace, di restituzione di giustizia».
Non crede che in questo momento il riconoscimento dello Stato palestinese sia benzina sul fuoco che infiamma la regione?
«No, è vero il contrario. Davanti all`Is, allafolliaestremistacheusalareligionecome strumento di morte, tutti i fondamentalismi religiosi, dovunque si annidino, devono essere fermati».
La mozione dem va votata con Sel e i 5Stelle o con Ncd e FI?
«Più si allarga e meglio è, ma la cosa importante è che si prema perché l`Europa sia finalmente incisiva. Dovremmo quindi votala con tutti quelli che ci stanno».
E il testo deve essere formulato in modo che si chieda il riconoscimento subito?
«L`importante è chiedere che ci sia lo Stato palestinese o che si vada in tempi rapidi verso lo Stato palestinese. A me interessa questo, che la smettiamo di chiudere gli occhi».
Puppato, la mozione sul riconoscimento dello Stato della Palestina davvero divide il Pd?
«Il fatto che si decida intanto è un punto importante. Ho notato molta resistenza e difficoltà ad esprimere chiaramente una linea su questo per le mille e più ragioni, anche per il senso antico di colpa nei confronti degli ebrei che però non può consentire di ignorare angherie e barbarie israeliane. Non c`è confronto nella proporzione di armamenti e forze messe in campo. Possibile che non ci si renda conto della tragedia impari vissuta da quel popolo palestinese che si è visto espropriato di tutto?».
Lei è filopalestinese e poco disposta alle ragioni degli israeliani?
«Amo gli israeliani e gli ebrei, ho amici ebrei. Ma penso non si possa più diluire nel tempo l`attesa che lo Stato palestinese debbaesistere come Stato, comepaeseenonsolo come terreno rinchiuso tra due fuochi, come lembo di terra strappato a un altro lembo di territorio. Ho incontrato con Giorgio Tonini circa un anno fa la consigliera d`ambasciata palestinese Mai Alkaila.Aluglioho presentato in aula la ‘cartolina’ della Palestina così com`è, con un territorio ridotto al 12% rispetto a quello che era ne11947 dopo il piano di ripartizione delle Nazioni Unite. C`è stata l`interrogazione con un gruppo di 24 senatori dem, sempre in luglio. Per timore di mettere il dito in una piaga che non si è risanata in Europa e che ha visto la tragedia immane della Shoah, non si può però essere afoni».
Dentro il Pd è necessario mediare. Si fa fatica ad elaborare la mozione?
«Posso crederlo. Tuttavia l`Italia deve premere più di chiunque sull`Europa perché si faccia portavoce di un`esigenza di pace, di restituzione di giustizia».
Non crede che in questo momento il riconoscimento dello Stato palestinese sia benzina sul fuoco che infiamma la regione?
«No, è vero il contrario. Davanti all`Is, allafolliaestremistacheusalareligionecome strumento di morte, tutti i fondamentalismi religiosi, dovunque si annidino, devono essere fermati».
La mozione dem va votata con Sel e i 5Stelle o con Ncd e FI?
«Più si allarga e meglio è, ma la cosa importante è che si prema perché l`Europa sia finalmente incisiva. Dovremmo quindi votala con tutti quelli che ci stanno».
E il testo deve essere formulato in modo che si chieda il riconoscimento subito?
«L`importante è chiedere che ci sia lo Stato palestinese o che si vada in tempi rapidi verso lo Stato palestinese. A me interessa questo, che la smettiamo di chiudere gli occhi».