‘Trovo paradossale la discussione sull’Articolo 18, in particolare ritengo aberrante la semplificazione del presidente dei deputati di Forza Italia Renato Brunetta il quale afferma che basterebbe ‘solo’ escludere la possibilità di reintegro del lavoratore licenziato’.
Lo afferma la senatrice del Partito democratico Laura Puppato.

‘Nessun imprenditore italiano giudica l’attuale art. 18, tra l’altro modificato nella sua sostanza originaria dal governo Monti, come un tema suscettibile di rinascita economica e che possa favorire il rilancio della competitività – sottolinea l’esponente pd – Più che altro mi sembra un inutile tentativo di tirare fuori un argomento trito e ritrito, privo di ogni efficacia, dimenticando i passaggi che già si sono fatti per rendere la norma più europea. Insomma un inutile strumento di propaganda liberista che lascia allibite le stesse imprese italiane che da tempo non lamentano l’art. 18 come un problema’.

‘Qualcuno dovrebbe informare Alfano che l’art. 18 non è più quello degli anni ’70. La legge n. 92 del 2012 ha modificato il testo permettendo alle nuove norme di superare l’automatismo tra licenziamento ritenuto illegittimo e reintegrazione del lavoratore, distinguendo tra tre tipi di licenziamento: discriminatorio, disciplinare ed economico, prevedendo per tutti i casi soluzioni diverse e omogenee con il diritto del lavoro tedesco, francese e di altri stati membri UE’, conclude Puppato.

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