‘Le frasi offensive e sessiste di Salvini contro Alessandra Moretti non stupiscono, perché il celodurismo è un cavallo di battaglia della Lega, che non candida donne e i cui leader sono tutti maschi. Peccato che per fare meglio di Zaia, che ha abbandonato la Regione Veneto a se stessa, basterebbe che Alessandra Moretti usasse solo il dito mignolo. Salvini lo sa e per questo non gli restano che i commenti improntati al più becero maschilismo, pure già sentito’. Lo dice la senatrice Laura Puppato, capogruppo del Pd nella Commissione Ecomafie, eletta in Veneto.
‘In questi anni Zaia – prosegue Laura Puppato – ha spudoratamente lasciato a se stessa una regione di 5 milioni d’abitanti. Abbiamo perduto tutti i primati positivi: quello sulla sanità, scivolando dal primo al quinto posto sulle liste d’attesa e altrettanto sul lavoro e sui trasporti. In compenso ha ottenuto primati che avremmo volentieri lasciato ad altri: la corruzione e l’inefficienza si sono impadroniti delle strutture e della politica della regione, con tante teste tagliate in giunta regionale dalla magistratura, nel silenzio colpevole di uno Zaia costantemente stupito di ciò che accade accanto a lui. Ma Salvini, stando tutti i giorni altrove, certo non in Veneto, questo non lo sa. Forse gli stessi ‘musi lunghi’ leghisti che si incrociano dentro le mura dei comuni e in Regione Veneto hanno bisogno di continue iniezioni di strafottenza per continuare a credere che la storia sia ancora quella dipinta dal loro leader esasperato ed estremista’.
‘In questi anni Zaia – prosegue Laura Puppato – ha spudoratamente lasciato a se stessa una regione di 5 milioni d’abitanti. Abbiamo perduto tutti i primati positivi: quello sulla sanità, scivolando dal primo al quinto posto sulle liste d’attesa e altrettanto sul lavoro e sui trasporti. In compenso ha ottenuto primati che avremmo volentieri lasciato ad altri: la corruzione e l’inefficienza si sono impadroniti delle strutture e della politica della regione, con tante teste tagliate in giunta regionale dalla magistratura, nel silenzio colpevole di uno Zaia costantemente stupito di ciò che accade accanto a lui. Ma Salvini, stando tutti i giorni altrove, certo non in Veneto, questo non lo sa. Forse gli stessi ‘musi lunghi’ leghisti che si incrociano dentro le mura dei comuni e in Regione Veneto hanno bisogno di continue iniezioni di strafottenza per continuare a credere che la storia sia ancora quella dipinta dal loro leader esasperato ed estremista’.