‘Oggi con le commissioni Ambiente e Industria del Senato abbiamo compiuto una visita alla centrale nucleare di Borgo Sabotino, a Latina. Molto positiva, perché abbiamo verificato l’assoluto rispetto delle condizioni di sicurezza e le capacità e le competenze che l’Italia è ora in grado di mettere in campo per il decommissioning. Il nostro è il primo paese europeo ad aver compiuto la scelta di rinunciare al nucleare e per questo ha 25 anni di konw how in materia di trattamento, condizionamento, stoccaggio e smaltimento dei rifiuti radioattivi. Quella di eliminare il nucleare è stata una scelta felice e lungimirante, visto che solo nei prossimi 20 anni, in Europa, verranno dismessi 160 reattori’. Lo dice la senatrice del Pd Paura Puppato. ‘Il nostro Paese – prosegue Laura Puppato – ha 15 mila tonnellate di rifiuti radioattivi di terza categoria, con tempo di decadimento pari a 245 mila anni. Per questi, le più recenti disposizioni europee prevedono la possibilità di reperire un sito unico nell’Europa del Sud, probabilmente in Francia o in Spagna, paesi che detengono maggiori quantitativi. Le altre 83 mila tonnellate di rifiuti radioattivi italiani sono invece di prima e seconda categoria, cioè hanno un tempo di decadimento fino a 300 anni. Sono oggi ripartite in 23 siti, e invece devono essere ospitate in un unico deposito nazionale, per ragioni di sicurezza e per ridurre i costi di gestione. Fondamentale e imprescindibile sarà accettare la sfida della completa trasparenza e della vera partecipazione dei cittadini a tutte le fasi per la definizione del sito per il deposito nazionale delle scorie. Di fronte a tutto questo viene comunque da pensare: quanto costerà ai paesi Ue gestire rifiuti che impiegano 245 mila anni a dimezzare la propria radioattività? Quando si parla di costi delle rinnovabili si pensa a questi costi e rischi del nucleare?’.

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