C’è un velo, anzi un lenzuolo, anzi un sudario di mestizia, in questi giorni, nello sguardo di Simona Flavia Malpezzi, la padana senatrice che si è vista scivolare tra le mani il Ddl Zan col guizzo d`una saponetta ideologica. Simona, nata 48 anni fa a Cernusco sul naviglio e cresciuta a Pioltello nel sano hinterland milanese, nonostante l`aspetto nevrile da silfide germanica è una persona, nell`animo, riservata. Molto riservata. Davanti alle telecamere tv si mostra arcigna, sembra sempre sul punto di sguainare il martello di Thor; ma in realtà, nell`intimo, grazie forse al passato da insegnante di Lettere (laurea all`università Cattolica) Simona è una che ama i sottotoni, i sorrisi e l`approccio educato. Sicché, da capogruppo del Pd al Senato, non si dev`essere trovata a proprio agio quando il suo segretario Letta l`ha spinta nell`occhio del ciclone del Ddl sull`omotransfobia assieme al collega Zan, il templare Lgtb. Il quale Zan, invece, avvezzo ai Gay Pride, ai cortei e alle lotte sui diritti civili per le strade, dal ciclone è uscito senza nemmeno spettinarsi ciuffo laccato e barba da hipster. Ora il Ddl Zan ritorna dritto in commissione grazie alla tecnica della “tagliola” del diabolico Calderoli, e probabilmente così com`è mai vedrà la luce. Non stiamo lì a recriminare chi (anche nel Pd e tra i 5 Stelle) nel segreto dell`urna l`abbia data vinta alla Lega, a FdI a Forza Italia e a tutti i cattolici che s`annidano nei partiti anche a sinistra. Tutti intuivano, dopo i gentili dissensi del Vaticano, come sarebbe andata a finire senza compromessi sulle limature delle norme. D`altronde i compromessi si sono fatti sui Patti Lateranensi e sullo Stato dei lavoratori: non avrebbero sfigurato certo con la comunità gay. Comunque, tutti intuivano il finale di partita, anche coloro che avevano fatto volutamente la guerra alla cancellazione degli articoli 1 e 4 del Ddl (sull`identità di genere e l`educazione scolastica). Tutti sapevano. Tutti tranne la Malpezzi. Commenta ingenuamente Simona: “L`applauso di una -parte del Senato conferma che la destra non ha mai voluto approvare una legge contro i crimini di odio e le discriminazioni. Oggi è una giornata triste. Ma quello che più colpisce è che chi diceva di voler discutere di diritti ha oggi imposto il voto segreto, decidendo di affossare una legge che tutelava i diritti delle persone». Ma va`? Eppure, c`è del fascino nella naiveté della Simo. La senatrice pensa sempre di avere davanti a sé una platea onesta e rispettosa, come quando si trasferì in Germania col marito Thomas e le figlie, ad insegnare l`italiano ai tedeschi, Precipitata dal consiglio comunale di Pioltello direttamente in Parlamento nel ruolo di sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio e poi capa dei senatori, Simona ragiona in termini del buonsenso Dem: lo scioglimento di Forza Nuova dopo le violenze a Roma, il salario minimo, i diritti dei
trans di scegliersi comodamente il sesso senza necessariamente passare dall`anagrafe, e cose così. Per lei dovrebbe essere tutto naturale. Simona crede nell`intima bontà dell`uomo. Poi è finito in Parlamento. Oggi, dopo lo scontro atomico con un dentista leghista guerrigliero dei regolamenti parlamentari, credo abbia cambiato idea…


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